“Fine del mondo, fine del mese. Il nostro lusso è sopravvivere”. Questo lo slogan degli attivisti di Fridays for Future che insieme ad altri gruppi ecologisti a Napoli hanno imbrattato la vetrina del negozio di Louis Vuitton, Prada e Gucci in via della Chiaia, vicino alle strade più famose del lusso partenopeo. “Un’azione di disturbo perché questi grandi marchi non hanno più ragione di esistere, in un mondo in cui muoiono migliaia e migliaia di persone a causa della crisi climatica“. L’azione quindi mira a contestare le pratiche di greenwashing dei brand dell’alta moda, ma anche simbolicamente la fetta più facoltosa e inquinante della popolazione, che li può acquistare. “Napoli è la città più povera d’Europa, tra le prime vittime della crisi climatica e della devastazione ambientale. Gucci, Prada, Louis Vuitton sono solo il simbolo di un’opulenza che avvantaggia solo i più ricchi e affama milioni di persone”, afferma Davide Dioguardi, referente del nodo locale del movimento ecologista globale ispirato da Greta Thunberg. “Il lusso è un privilegio di pochi anzi di pochissimi, dell’1% della popolazione mentre noi continuiamo a vivere nella miseria – aggiunge Michela Spina, portavoce nazionale di Fridays e tra i manifestanti – Chiediamo al governo azioni concrete contro la crisi climatica”.

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