Trepidanti attendiamo cosa dirà Giorgia Meloni alla Cop27 in Egitto. Siamo davvero curiosi (e lo dico senza sarcasmo) di capire che cosa il nuovo Presidente del Consiglio dirà nel contesto internazionale che a brevissimo si aprirà in Egitto intorno al tema caldissimo del clima. Non vogliamo essere ingenerosi con il nuovo governo, ma dall’intervento tenuto a Camera e Senato per l’insediamento non abbiamo sentito proferir parola sulla “crisi ambientale globale”.

Non sappiamo quale posto nel nuovo governo avrà la questione ambientale visto che non se ne parla se non per inneggiare al nucleare e al Ponte sullo Stretto oppure per sbeffeggiare l’ “ambientalismo ideologico” degli ecologisti. Niente nemmeno sull’economia circolare. Eppure la crisi climatica incalza con organismi internazionali che parlano apertamente di “coste sommerse” del nostro Paese sul versante toscano del Tirreno nei prossimi trenta anni e di una temperatura che in appena un decennio si è innalzata in Europa di ben mezzo grado. Ottobre poi è stato definito il 90 d’agosto per il caldo e per la siccità che imperversa nonostante l’inizio di novembre.

Davanti a questi problemi epocali il rischio dei governi (anche Draghi-Cingolani non hanno fatto nulla) è quello di affrontare problemi dozzinali infarciti di retorica politica su legge e ordine mentre il disordine “entropico” sembrerebbe non interessare a nessuno. Allora occorre prepararsi oltre la “governance” del presente quasi sempre inadeguata con una “governance” della società civile che sappia prefigurare il cambiamento come sta avvenendo con l’applicazione della strategia Rifiuti Zero che laddove è applicata (in oltre 300 comuni italiani) sta promuovendo economia circolare, risparmio di risorse e quindi di “prelievi” ed estrazioni e promozione di centinaia di posti di lavoro.

A breve, l’appuntamento è al gennaio 2023 promuoveremo una “Confindustria Verde” fatta da gruppi industriali e/o commerciali in taluni casi anche forti che avanzano speditamente sul versante di “imprese circolari” anche indipendentemente dallo stesso Pnrr di cui sembra di aver perso le tracce. Meloni andrà a Sharm El Sheikh e non sappiamo che cosa dirà (speriamo che non si allinei con i “negazionisti” alla Trump-Bolsonaro). Noi sappiamo però quali sono i nostri compiti: promuovere una rivolta civile a favore del Pianeta mai come adesso minacciato da un “modello di progresso” che è alla base del riscaldamento climatico e di uno sviluppo lineare insostenibile.

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