Anche il Milan stacca il biglietto per gli ottavi: è la terza italiana a farlo dopo Napoli e Inter. A San Siro i ragazzi di Pioli vincono 4 a 0 col Salisburgo e riportano alla Milano rossonero un palcoscenico, la fase a eliminazione diretta della Champions League, che mancava da nove anni. È lo stesso gruppo che già aveva riconquistato la partecipazione alla massima competizione europea prima e che aveva vinto il campionato italiano poi.

E la qualificazione agli ottavi arriva in una sfida non facile, sebbene il risultato dica il contrario. Lo schema è prevedibile col Salisburgo che si lancia in attacco, consapevole di correre rischi, infatti dopo pochi minuti il Milan con una ripartenza sfiora il gol con Theo Hernandez che prende il palo. Gli austriaci avrebbero la grande occasione di passare in vantaggio con Kjaergaard, ma, forse per assonanza, il danese si perde in riflessioni sul concetto di possibilità e resta paralizzato al momento della battuta. Poi passa il Milan: da calcio d’angolo il Salisburgo dimentica proprio Giroud che al quattordicesimo minuto di testa può anche prendere la mira e portare i rossoneri in vantaggio. Raddoppia il Milan con un’altra esecuzione perfetta del palla fuori – palla dentro per eludere la pressione alta austriaca: il francese questa volta però è in fuorigioco quando ribatte in rete la respinta del portiere sul sinistro di Theo Hernandez.

Poi il Milan prende una brutta china a fine primo tempo, gigioneggiando un po’ troppo in attacco e prestando il fianco agli attacchi del Salisburgo, per fortuna vani. Atteggiamento che viene lasciato negli spogliatoi: in apertura di secondo tempo Giroud la adagia sulla testa di Krunic che si fa trovare pronto e segna il due a zero. Poi Leao, ancora appannato per la verità, si beve mezza difesa e mette in mezzo per il solito francese che raccoglie la respinta dei difensori del Salisburgo e segna il 3 a 0.

Leao conferma di non essere in gran periodo prendendo la traversa praticamente a porta vuota poco dopo, ma i tifosi lo coccolano salutandolo con cori e applausi al momento della sostituzione. Gli ultimi minuti sono chiaramente accademia e minutaggio per chi ne ha bisogno anche in termini di fiducia, come De Ketalaere ad esempio, ma il quarto gol al novantesimo lo trova Junior Messias che vola in ripartenza e di sinistro fa secco il portiere avversario.

E dunque senza problemi Pioli e i suoi archiviano la pratica e riportano la squadra rossonera dove mancava da nove anni, quando fu il Barcellona di Messi ad estromettere il Milan di Berlusconi dai quarti di finale. Da seconda del girone troverà quasi inevitabilmente una big come avversaria, ma va bene così: il ritorno del Milan tra le grandi d’Europa passa anche da qui.

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