I polli sono gli animali terrestri numericamente più sfruttati dall’industria della carne: solo nel 2020 ne sono stati macellati circa 70 miliardi a livello globale, di cui oltre mezzo miliardo soltanto in Italia. Quelli più allevati sono i broiler “a rapido accrescimento”: raggiungono il peso adatto alla macellazione in soli 30-40 giorni di vita, ancora cuccioli.

Per migliorare le condizioni di vita dei polli da carne, le principali organizzazioni europee per la protezione degli animali hanno lanciato una campagna nei confronti di Lidl, azienda leader della grande distribuzione. Presente in più di 30 Paesi nel mondo con oltre 11 mila punti vendita, Lidl è tra le aziende che non hanno ancora sottoscritto lo European Chicken Commitment (ECC), un insieme di criteri di benessere animale che servono a ridurre la sofferenza dei polli negli allevamenti. L’ECC è promosso da Open Wing Alliance, una coalizione internazionale che riunisce oltre 80 organizzazioni a livello globale, tra cui Essere Animali.

Con l’implementazione dell’ECC, si potrebbero evitare circa due terzi delle peggiori sofferenze che questi animali devono sopportare nella loro breve vita: ad esempio, verrebbe ridotta la densità di allevamento e non verrebbero utilizzate quelle razze selezionate geneticamente per crescere il più in fretta possibile e che, per questo, sono più soggette a un’elevata incidenza di problemi muscolari, scheletrici e cardiovascolari. Sono già oltre 300 le aziende in tutta Europa che hanno aderito all’ECC e alcune di loro sono italiane — Eataly, Carrefour Italia e Cortilia.

Attualmente Lidl dichiara di essere uno dei principali supermercati di riferimento per il benessere animale. Tuttavia, non hanno ancora scelto di impegnarsi a garantire standard di benessere più elevati ai polli allevati dai loro fornitori. Per questo motivo, lanciamo oggi in Italia la campagna #LidlChickenScandal, diffusa in altri 15 Paesi europei attraverso una video investigazione che documenta le condizioni di un grande allevamento di polli da carne situato in Germania e appartenente a un fornitore della catena di supermercati Lidl. Le immagini del reportage, realizzato dall’organizzazione spagnola Equalia, mostrano capannoni affollati di animali, molti dei quali malati, deformi o in agonia, ma anche atti di violenza di alcuni operatori nei confronti degli animali.

Nei prossimi giorni porteremo avanti delle azioni social e in strada per informare i consumatori circa i problemi di sofferenza animale legati ai prodotti a base di pollo presenti nei punti vendita di Lidl. Siamo determinati a chiedere all’azienda un impegno concreto per migliorare le condizioni dei polli allevati che crescono negli allevamenti della sua catena di fornitura.

Fai la tua parte anche tu! Firma anche tu la petizione.

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