Un’ora di luce solare in più al giorno, nelle ore di maggiore vita “attiva” . Con conseguenti, consistenti vantaggi in termini di risparmio energetico (e quindi di tonnellate di CO2 in atmosfera). Senza contare che, facendo buio più tardi, le persone, e i bambini, potrebbero stare fuori più a lungo, con relativi benefici. Mentre, al tempo stesso, ci sarebbero probabilmente meno incidenti stradali in città, visto che la maggior parte degli scontri gravi avvengono, appunto, in città e dopo le 15.

La proposta di mantenere dunque l’ora legale più a lungo, o tenerla per sempre, ha senza dubbi grandi benefici. L’idea si era affacciata nel 2019 al Parlamento europeo, visto che sarebbe effettivamente coerente che tutti i paesi europei adottassero la stessa linea. Di recente, gruppi di scienziati hanno ripreso e rilanciato la proposta, tanto che se ne parla ormai da parecchio tempo. Senza però che, ad oggi, sia stato fatto nulla, tanto che domani, domenica 30, si tornerà infatti all’ora solare.

Non tutti gli scienziati, e i medici, sono per la verità d’accordo. Se da un lato ci sono benefici dello stare fuori più a lungo – poi ormai non fa più neanche freddo – dall’altro, secondo tesi diverse, mantenere l’ora legale disturberebbe il metabolismo, portando a una riduzione delle ore di sonno negativa. L’ora solare sarebbe più in sintonia con i ritmi del nostro corpo che ha bisogno di buio per rilassarsi.

Personalmente, aspetto con ansia l’ora solare perché aumentano le ore di buio, che trovo decisamente più riposanti della luce accecante che, almeno nel nostro paese, dove piove sempre di meno, ormai domina per la maggior parte dei giorni dell’anno. Allo stesso modo, trovo una giornata nuvolosa e uggiosa francamente meno stressante dell’ennesima giornata di sole.

Ma certo il ragionamento su ora solare e legale va fatto in termini strutturali e non soggettivi, e soprattutto va inserito, almeno in parte, all’interno della contingenza storica. Che è quella di un conflitto che ha provocato una crisi dei prezzi dell’energia che sta mettendo sul lastrico milioni di famiglie. In questo contesto, appare in effetti criminale non adottare ogni misura finalizzato al risparmio energetico. Non solo l’ora solare, che secondo Terna in quindici anni ci ha fatto risparmiare quasi due miliardi di euro – ma anche tutte le migliaia di altre misure che ci porterebbero a spendere meno energia. Dalle luci dei condomini accese tutta la notte, a quelle delle vetrine dei negozi, dai monumenti delle città, gli sprechi non si contano. Viviamo in un momento di crisi energetica, unita a una enorme e forse inarrestabile crisi climatica, eppure non siamo ancora in grado di prendere decisioni su cose come, appunto, lo spegnere le luci nei condomini o il mantenere l’ora legale.

Io una spiegazione me la sono data da tempo: non esiste alcuna volontà “politica”, o meglio in questo politico-aziendale, ovvero delle aziende che ci vendono il gas, di ridurre i nostri consumi. Non a caso il piano di risparmio energetico è stato introdotto solo poco tempo fa da Cingolani, con misure veramente palliative e solo quando proprio la situazione stava diventando insostenibile e non certo per la crisi climatica. Proprio come l’acqua, il gas è un bene che ci viene venduto da aziende private. E perché queste aziende dovrebbero essere interessate a vendercene meno? Semmai, se c’è una crisi dalla Russia, probabilmente saranno interessate a cercare altri fornitori, non a spingere-costringere le persone a risparmiare.

E infatti eccoci: si discute di misure di risparmio, che poi rimangono sulla carta. Gli scienziati fanno appelli che nessuno ascolta. Si dibatte sull’abolizione dell’ora solare, che poi resta tale. Per questo sempre più penso, proprio come l’acqua, che anche l’energia dovrebbe essere in qualche forma nazionalizzata. In alcuni paesi europei come Germania e Francia si sta andando, con motivi diversi, verso quella direzione.

L’energia è un bene primario su cui non dovrebbero essere fatti profitti, perché sono proprio questi profitti che non consentono di andare poi verso misure che ci consentirebbero invece, ad esempio, di mitigare la crisi climatica. Perché, ripeto, se io guadagno dal vendere gas non chiedo ai miei clienti di non usarlo. Purtroppo questo discorso non è stato capito dal governo Draghi, né dai governi che lo hanno preceduto. E tanto meno sarà fatto da un governo di centro destra che da un lato sostiene l’autarchia per l’Italia su ogni fronte, dall’altro non ripubblicizzerà proprio nulla, caso mai il contrario.

Quindi domani possiamo dormire un sonno tranquillo. Per così dire, perché se non riusciamo neanche a modificare una cosa così, chissà come raggiungeremo gli imponenti obiettivi di riduzione e di decarbonizzazione che abbiamo sottoscritto. 55% di riduzione al 2030, cioè tra meno di otto anni. Una domanda che nessuno fa alla nostra presidente e ai nostri politici, un tema di cui nessuno discute, un argomento noioso e scomodo perché, mettendoci di fronte alla verità di ciò che sta accadendo, ci costringerebbe ad altri e più radicali cambiamenti di stili di vita. Che comunque, volenti o nolenti, prima o poi saremo costretti ad affrontare.

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