Alla vigilia dei 100 anni dalla marcia su Roma nella Capitale sono apparsi alcuni manifesti per festeggiare l’evento simbolo dell’inizio della dittatura fascista. Il sindaco Roberto Gualtieri ha ordinato subito la rimozione dei cartelli, ricordando che la città “è e sarà sempre antifascista“. La senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta e testimone della Shoah, ha sottolineato in una nota che il 28 ottobre è “una data funesta della storia italiana, che segna l’inizio della più grande sciagura della storia nazionale del secolo scorso”. Segre ha anche preparato un discorso che sarà letto in apertura della manifestazione per la pace a Napoli “perché impegno per la pace, per la democrazia e contro il fascismo e il totalitarismo devono sempre andare insieme, elementi indispensabili di una piena coscienza civile“, ha argomentato.

A Predappio, dove è nato ed è sepolto Benito Mussolini, il 28 ottobre non si celebrerà la marcia su Roma: ci sarà una manifestazione dell’Anpi per celebrare il 78esimo anniversario della liberazione del paese in provincia di Forlì-Cesena. Non mancano però le polemiche: il sindaco di Predappio, Roberto Canali, di centrodestra, non ha concesso il patrocinio ufficialmente per motivi legati alla viabilità stradale. La commemorazione delle camicie nere come tutti gli anni è rimandata alla domenica successiva. Il 30 ottobre un corteo guidato dall’Associazione Arditi d’Italia di Ravenna attraverserà tutto il paese e arriverà fino al cimitero, dove è atteso il discorso di Orsola Mussolini, nipote del fratello del dittatore fascista. Nel frattempo, per il centenario l’associazione dei partigiani ha organizzato due presidi antifascisti a Roma e Milano per rivendicare “un secolo di lotte antifasciste”. L’Associazione dei partigiani ha aggiunto che rimane alta l’attenzione sul nuovo esecutivo Meloni: “Il revisionismo storico è una costante dell’azione politica della maggioranza parlamentare: alcuni esponenti della coalizione di governo già si sono espressi in merito all’equiparazione tra nazismo e comunismo”.

Lo storico Franco Cardini, intervistato in occasione dell’anniversario dall’Ansa, ha dichiarato che il fascismo è “un passato che non passa, fondamentalmente perché ci sono interessi, malintesi”. Il saggista ha anche ricordato che l’attuale premier “è anche il presidente di un partito accusato, non del tutto a torto, di conservare ancora delle memorie neo fasciste e un presidente del Senato che è esplicitamente un collezionista di cimeli fascisti”. Ha poi proseguito specificando che “il risultato è stato quello che dall’esterno si potrebbe giudicare, non è il mio parere: un ritorno vittorioso del neofascismo”. In questo momento storico, per Cardini è necessario arrivare ad avere un giudizio articolato e consapevole della dittatura fascista: “non si deve rispondere inasprendo i toni dell’antifascismo, bisogna rispondere rifondando criticamente un antifascismo che serenamente torni a parlare di queste cose”.

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