Salman Rushdie, lo scrittore indiano autore de I versetti satanici, ha perso la vista da un occhio e non può più usare una mano dopo essere stato accoltellato due mesi fa a New York. Lo ha rivelato il suo agente Andrew Wylie in un’intervista al quotidiano spagnolo El País. “I nervi sono stati recisi dalle coltellate. E ha ricevuto altre 15 ferite alla schiena e al busto. Ha subito un attacco brutale”, ha dichiarato l’agente a margine della Fiera internazionale del libro di Francoforte. Non si sa ancora dove Rushdie si trovi in questo momento. “Non posso dare alcuna informazione”, ha dichiarato Wylie, che ha spiegato come “non c’è modo di difendersi da questo, perché è totalmente inaspettato e illogico”.

L’attentato risale allo scorso 12 agosto, quando lo scrittore si trovava sul palco della Chautauqua Institution per tenere un discorso sulla libertà artistica. Era stato trasportato d’urgenza in ospedale e gli era subito stata praticata la respirazione artificiale. Le forze dell’ordine avevano quindi identificato l’autore dell’aggressione in Hadi Matar, 24 anni, ritenuto dalla polizia vicino all’estremismo sciita. In tribunale Matar si era dichiarato non colpevole, spiegando di aver tentato di uccidere lo scrittore per i suoi scritti giudicati offensivi verso l’Islam. Nel 1989 l’allora ayatollah iraniano Ruhollah Khomeini emise una fatwa ordinando l’uccisione di Rushdie: lo ritenne colpevole di blasfemia nei confronti di Maometto.

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