di Antonella Galetta

Due anni fa nasceva Reca (Rete emergenza climatica ambientale), un coordinamento di ben 80 organizzazioni sul territorio emiliano-romagnolo (Fridays for Future, medici Isde, Parents, Rete rifiuti zero ecc….) di cui io faccio parte come referente Zero waste Reggio Emilia e val d’Enza.

Abbiamo deciso di unire le forze per amplificare la voce della società civile e dei movimenti ambientalisti preoccupati per come si sta gestendo l’emergenza climatica. La rete è nata nel 2020, poco dopo l’elezione di Stefano Bonaccini a Presidente della nostra Regione, dopo una lettera che chiedeva di coinvolgere la cittadinanza attiva e la collettività nelle scelte ambientali della Regione tra le più inquinate d’Italia. Oggi Reca si è data una struttura con tre coordinatori, un comitato tecnico-scientifico e un ufficio di comunicazione, di cui faccio parte. Il nostro obiettivo è quello di cercare di interloquire con la Regione, ma non ci siamo riusciti…

Il tema principale era come affrontare i punti menzionati nella bozza del Patto per il Lavoro e il clima che mirava a pianificare l’allocazione del Recovery Fund (2021/2027). Dopo aver presentato un dossier di ben 280 pagine eleborando il terzo obiettivo “Emilia Romagna Regione della sostenibilità” e non essere stati coinvolti, lo scorso anno ci siamo concentrati sulla proposta di ben quattro leggi di iniziativa popolare su acqua, rifiuti, consumo di suolo ed energia, leggi redatte dal nostro comitato tecnico scientifico di cui fanno parte anche professori universitari di Bologna (dr. Leonardo Setti, dr. Natale Belosi, Corrado Oddi e altri); convinti che la Regione sia in contrasto con la programmazione del “patto per il clima”.

Da giugno di questo anno in soli due mesi abbiamo raccolto nelle città emiliano-romagnole ben 7000 firme che a settembre abbiamo portato dentro scatoloni sotto la sede della Regione a Bologna. La voce della società civile è sempre più ampia, aspettiamo il risultato della Consulta, dopodiché porteremo le nostre proposte nei Consigli Comunali.

Reca parteciperà alla manifestazione a Bologna del 22 ottobre partendo da Piazza XX settembre h. 15.00, indetta da Gfn, FFF, Comitato No passante e Rete sovranità alimentare. Aderiamo a questo incontro perché possa essere un momento di riflessione per tutti: ognuno di noi deve fare la propria parte, stiamo capendo sulla nostra pelle gli effetti del cambiamento climatico se non conteniamo il riscaldamento globale. Questa estate le temperature nella nostra pianura padana sono state insopportabili, con picchi di 40 gradi, mettendo a rischio la salute pubblica. Le piogge sono scarsissime, il Po è sempre bassissimo, quando piove ci arrivano uragani sulla testa. L’agricoltura sta soffrendo, i nostri animali stanno soffrendo, soprattutto quelli all’interno degli allevamenti intensivi – seconda causa di inquinamento da polveri sottili.

In questa manifestazione di sabato, Reca continua a perseguire tre obiettivi: superare la frammentazione delle lotte e mobilità presenti sul territorio sui temi ambientali, richiedere un cambiamento radicale delle politiche ambientali praticate dai governi locali e da quello regionale, andare verso un vero sviluppo economico sostenibile per i lavoratori e per il pianeta.

Papa Francesco dice: “Come possiamo essere sani in un mondo malato?” Partecipiamo a questa manifestazione per costruire un processo partecipativo che veda protagonista la società civile, i lavoratori, le persone sensibili alla crisi climatica. Uniti per cambiare per il bene di tutti, per il pianeta, per un mondo più giusto.

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