di Giovanni Casciaro

Si aggrava la crisi in Ucraina, Putin ha chiamato 300.000 riservisti e minaccia l’uso delle armi nucleari. Intanto si è avuta la formale annessione alla Federazione Russa delle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson, e il Presidente Zelensky con un decreto ha vietato qualsiasi negoziato con Putin. Vi è stato inoltre un attacco al ponte in Crimea e una serie di dure rappresaglie russe. Mentre la Nato afferma: “Qualsiasi uso di armi nucleari comporterà conseguenze serie per la Russia”. Cresce quindi la tensione e la crisi, invece di trovare una soluzione diplomatica, si avvita sempre più pericolosamente sul terreno bellico.

Si fa l’ipotesi dell’utilizzo di armi nucleari limitandolo solo a quelle tattiche, che comunque, in regioni densamente popolate come l’Europa, avrebbero conseguenze catastrofiche e di vasta portata. Una singola detonazione potrebbe uccidere centinaia di migliaia di civili, vaporizzandoli all’istante; causerebbe danni enormi a tutte le infrastrutture e costringerebbe spostamenti in massa di persone. Ma l’impatto maggiore sarebbe rappresentato dalla ricaduta radioattiva che potrebbe contaminare vaste aree in più Paesi con danni alla salute a lungo termine nei sopravvissuti, contaminazioni di aria, suolo, acqua.

E poi una singola detonazione condurrebbe molto probabilmente a una escalation in una rapidissima estensione dello scontro. Una guerra nucleare regionale, anche se fosse molto “limitata” con l’utilizzo di una piccola parte delle armi nucleari esistenti, sarebbe sufficiente a causare un catastrofico sconvolgimento climatico globale e una carestia mondiale, mettendo a rischio la vita di miliardi di persone. Siamo di fronte a una spirale di guerra che potrebbe portare a esiti catastrofici.

Intanto la guerra continua con morti, feriti, brutalità, distruzioni e a pagare i maggiori costi sono la popolazione civile ucraina, i militari ucraini e russi sul fronte. E le conseguenze non sono confinate in Ucraina, si diffondono nel mondo. Si registra un generale aggravamento delle condizioni economiche e sociali, riflesso delle sanzioni, dell’emergenza energetica e alimentare, legata ai rifornimenti di gas e grano; un aggravamento che colpisce la parte più povera delle popolazioni. Sono quindi già molteplici e drammatici gli effetti della guerra oltre ai rischi dell’escalation verso un devastante conflitto nucleare.

Da questa grave situazione scaturisce la necessità di una grande mobilitazione. La rete Europe for Peace (di cui fanno parte Sbilanciamoci, Rete Disarmo, Anpi, Cgil, Emergency e oltre 400 organizzazioni della società civile) sta organizzando iniziative a favore della pace in oltre 100 città italiane per il 21, il 22 e il 23 ottobre e una manifestazione nazionale a Roma per il 5 novembre. Vi saranno manifestazioni, sit-in, presidi davanti alle prefetture, incontri. Con questa mobilitazione la rete richiede il cessate il fuoco in Ucraina, l’avvio di trattative e una conferenza internazionale di pace, che permetta di instaurare una convivenza pacifica in Europa e nel mondo.

Le decisioni messe in atto dalla Nato, subalterne a una logica di guerra, invece di fermare Putin lo spingono verso una pericolosa escalation. Sono urgenti passi concreti per giungere alla mediazione, affinché “l’Onu svolga una effettiva funzione di depotenziamento del conflitto e che la Ue e il nostro Paese battano finalmente un colpo in una direzione inequivocabile a favore del negoziato”.

Per sollecitare un immediato cessate il fuoco e per far avanzare una logica non violenta da opporre alla guerra, è necessaria una grande partecipazione alla mobilitazione indetta dalla rete Europe for Peace e alle manifestazioni organizzate da altre associazioni. Sono tante le iniziative organizzate per il mese di ottobre, è importante partecipare e affermare che la soluzione dei conflitti non si ritrova nell’infernale spirale della guerra ma in negoziati responsabili fra tutte le parti in una conferenza internazionale di Pace.

Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!
Articolo Precedente

Berlusconi condanna la resistenza ucraina: così tradisce la nostra civiltà

next