Le è basato dire che il reddito di cittadinanza va esteso, aumentato nella sua quota economica e corretto in alcune condizionalità legate alle proposte di lavoro per scatenare irrimediabilmente le parlamentari Raffaella Paita (Italia Viva) e Ylenja Lucaselli (Fratelli d’Italia). Ospite a “Omnibus” (La7), Marta Collot di Potere al Popolo, a una domanda provocatoria di Gaia Tortora sul successo del M5s al Sud per via del reddito di cittadinanza, non va per le lunghe: “Il reddito di cittadinanza va aumentato in termini economici ed esteso in termini di platea. Vanno anche tolte condizionalità con cui si pretende che uno si sposti a 150 km per un lavoro”.

Commento unanime delle parlamentari in studio: “Ah, vuole il lavoro praticamente dentro casa. Che bel mondo è quello in cui vive lei, un mondo dalle risorse infinite”.
“È una questione di dignità“, replica Collot.
“Una questione di dignità, certo”, commenta Lucaselli.
Le due parlamentari, poi, assieme al giornalista de La Verità Carlo Cambi contestano ancora più vivacemente Collot quando viene stigmatizzata la flat tax.
“La flat tax è una bufala – osserva Collot – La tassazione andrebbe resa realmente progressiva, tassando tanto chi ha tanto e poco o niente chi ha poco. E aumentando gli scaglioni, non diminuendoli”.
Lucaselli insorge: “È sempre la stessa cosa: odio per chi produce. Ce l’avete proprio dentro. Uno che nella vita studia, lavora, si fa da solo, fa impresa per voi è cattivo. Ce l’avete proprio nel sangue“.
“Ma che vuol dire ‘cattivo’? – ribatte Collot – Ci sarà una differenza tra il piccolo artigiano e la grande industria? Ma di che sta parlando?”.

Nella polemica a dar man forte a Lucaselli interviene Cambi, che accusa Potere al Popolo di proporre un modello economico socialista bocciato dalla storia. Collot fa notare che dopo due anni di pandemia ad aver fallito è proprio il sistema economico propugnato da Cambi.
“Manteniamo tutti i ragazzi a casa col reddito di cittadinanza – insiste Lucaselli – Così aiutiamo questo Paese ad andare verso il futuro”.
Diamo posti di lavoro veri e dignitosi – risponde Collot – e vedrà che i lavoratori si trovano“.
Per lei lo Stato deve spendere sempre di più – rincara Paita – indebitando sempre di più le generazioni future senza alcun riguardo e rispetto per i nostri giovani. Ma d’altronde non governando, si può permettere di dire quello che vuole”.
Ma come si permette lei che ha abolito l’articolo 18 e ha fatto il Jobs Act? – ribatte Collot – Ma come si permette lei di parlare della mia generazione? Non si permetta proprio”.
“Lei, non governando, può anche dire queste cose”, ribadisce Paita esaltando il Jobs Act, a suo dire, “un provvedimento che ha generato lavoro e creato condizioni positive”.
“Ma che lavoro? – insorge Collot – Sa cosa vuol dire ‘lavoro ‘precario’?”.
“E meno male che fa l’insegnante – replica Paita – Lei propone un modello dell”uno vale uno’, quella cosa lì“.
“No, peggio, vuole estendere il reddito di cittadinanza”, ripete per l’ennesima volta Lucaselli.

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