Non ci sarà, per ora un tetto europeo sul prezzo del gas. Il tema è stato tolto dal tavolo del Consiglio straordinario dei ministri economici europei che si sono invece accordati su un piano di riduzione dei consumi energetici e sul contributo da chiedere alle aziende che stanno facendo profitti extra grazie alle quotazioni di gas e petrolio. Del resto che per il tetto al prezzo del gas tirasse una brutta aria si era capito già negli ultimi giorni nonostante l’insistenza di diversi paesi tra cui l’Italia. Ieri la Germania ha spiazzato tutti muovendosi per conto suo. Il tetto ai costi del gas in Germania ci sarà ma perché Berlino pagherà la differenza che non andrà a carico delle bollette dei suoi cittadini. Il governo tedesco oggi ha provato ad indorare le pillola: “La Germania introduce un freno al prezzo del gas e questo non ha nulla a che fare con il tetto al prezzo del gas”, ha affermato la portavoce del ministro dell’Economia. “Il governo tedesco è complessivamente pronto a collaborare con i governi dei paesi partner” e l’amicizia con l’Italia è “profonda” e “così resterà”, ha aggiunto il portavoce. Il ministro della Transizione ecologica uscente Roberto Cingolani smorza i toni. Con Germania “non ci sono tensioni. Assolutamente, vi posso garantire che abbiamo lavorato con la Germania veramente al meglio di quello che potevamo”, ha affermato.

Sta di fatto che Berlino ha ribadito il suo no al price cap generalizzato al gas. Non per “ragioni ideologiche”, ma perché è necessario “garantire la sicurezza degli approvvigionamenti” e con un tetto su tutte le importazioni “c’è un alto rischio che il Gnl vada verso l’Asia o altrove”. Lo indicano fonti diplomatiche europee in vista dell’Eurogruppo di lunedì. Il rischio per Berlino, spiegano, è che il caro energia diventi “un problema ancora più grande” tagliando l’Europa fuori dalle forniture. L’unica soluzione accettabile per il governo tedesco, sottolineano ancora le stesse fonti, è quella di negoziare direttamente con i fornitori. “Si è parlato tanto di un price cap sul gas dalla Russia sull’Ucraina: è una sanzione. Per questo sono aperto, se i Paesi dell’Europa sudorientale non temono carenze. Ho detto qui all’inizio della crisi che la Germania non è ancora pronta, abbiamo bisogno di un po’ di tempo. Soprattutto dobbiamo parlare con i paesi amici, la Norvegia, gli Stati Uniti, l’Algeria, perché i prezzi saranno abbassati, e su questo ci sarà oggi sicuramente” un confronto”, ha spiegato il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, arrivando alla riunione.

Tuttavia c’è chi insiste. “Siamo in guerra energetica con la Russia, che ha anche forti effetti sulla nostra industria. E’ necessaria un’azione dell’Ue urgente e coordinata. Il Consiglio ha chiesto oggi un’ulteriore azione immediata a livello dell’Ue”, ha detto Jozef Sikela, ministro dell’Industria della Repubblica Ceca, che detiene la presidenza di turno dell’Ue, al termine della riunione. Tra le misure richieste dai governi europei, ha sottolineato, “rientrano l’introduzione di un tetto massimo al prezzo del gas importato o un nuovo indice Ue parallelo al Ttf che rifletta meglio il mercato mondiale”.

I ministri europei hanno invece raggiunto un accordo politico sulle altre misure per mitigare gli alti prezzi dell’elettricità: taglio dei consumi, tetto agli extra-ricavi per i produttori di energia elettrica e il contributo di solidarietà dei produttori di combustibili fossili. “Sulla base delle indicazioni” offerte dai ministri europei dell’Energia, la Commissione europea “svilupperà le idee” per abbassare i prezzi dell’energia “prima del Consiglio europeo della prossima settimana”, in programma a Praga il 6 e 7 ottobre. Lo ha detto la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, al termine del Consiglio straordinario Energia. “Questo lavoro sarà alla base di una proposta legislativa che presenteremo in tempi celeri”, ha aggiunto.

Articolo Precedente

Gran Bretagna, la premier Truss tira dritto: “Abbiamo il piano giusto per rilanciare l’economia”. Rendimenti risalgono

next
Articolo Successivo

Meloni ha vinto, ma le varie crisi mondiali congiurano per la ‘tempesta perfetta’

next