Da sabato primo ottobre il costo della luce per i consumatori a maggior tutela aumenterà del 59%, portando la bolletta media a quota 1.322 euro a famiglia nel 2022, rispetto ai 632 euro circa pagati da una famiglia-tipo nel 2021. E senza un “intervento straordinario” l’aumento sarebbe stato del 100%. Sempre da sabato, con l’inizio dell’anno termico, scadono i contratti con cui le piccole e medie aziende fornitrici si riforniscono dai grandi produttori e importatori e molte non hanno ottenuto un rinnovo. Le associazioni dei consumatori parlano di “massacro per milioni di utenti e imprese”, mentre l’Autorità dell’Energia Arera chiede il rinvio della fine del regime della maggior tutela, previsto per gennaio 2023. Nessun aggiornamento invece per i costi del gas, per il quale è cambiato il metodo e quindi sarà reso noto da Arera solo ex post i primi di novembre.

Nel dare conto dell’aggiornamento trimestrale delle tariffe luce, Arera sottolinea di aver evitato il raddoppio dei prezzi. “Con un intervento straordinario, ritenuto necessario per le condizioni di eccezionale gravità della situazione, l’Arera limita l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica per le famiglie ancora in tutela e, pur rimanendo su livelli molto alti, evita il raddoppio”, si legge in una nota. Nel comunicato, l’Autorità spiega che i prezzi all’ingrosso del gas, giunti a livelli abnormi negli ultimi mesi, avrebbero portato ad un incremento del 100% circa, nonostante l’intervento del governo con il decreto Aiuti bis. L’Autorità ha invece deciso di posticipare eccezionalmente il necessario recupero della differenza tra i prezzi preventivati per lo scorso trimestre e i costi reali che si sono verificati, anch’essi caratterizzati da aumenti straordinariamente elevati.

Nel terzo trimestre 2022, in base ai dati di preconsuntivo, il prezzo unico nazionale dell’elettricità (Pun) infatti è pressoché raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2022 e quasi quadruplicato rispetto al livello medio del corrispondente trimestre del 2021. “L’intervento eccezionale dell’Autorità per il quarto trimestre del 2022, che si somma agli interventi del governo, pur non essendo in grado di limitare gli aumenti, ha ridotto al +59% l’aumento del prezzo di riferimento dell’energia elettrica per la famiglia tipo in tutela”, si legge nella nota. In termini di effetti finali, però, per la bolletta elettrica la spesa per la famiglia-tipo nel 2022 (1° gennaio 2022 – 31 dicembre 2022) sarà di circa 1.322 euro, rispetto ai 632 euro circa del 2021 (i 12 mesi equivalenti dell’anno precedente). Oggi le famiglie e le piccole imprese che sottostanno alla maggior tutela sono circa un terzo del totale per il gas e circa il 40% per l’elettricità.

“Gli aumenti delle tariffe della luce disposti oggi da Arera rappresentano un massacro per milioni di utenti e imprese e portano nel 2022 ad una stangata da +513 euro a famiglia su base annua”, commenta il Codacons. “Un duro colpo per le famiglie, già fortemente vessate da aumenti incontrollati in ogni settore di spesa, soprattutto quello alimentare e, appunto, quello energetico”, dice Federconsumatori. “Una situazione estremamente grave che rischia di portare nei prossimi mesi ad un vero e proprio dramma economico, con migliaia di famiglie e imprese che non riusciranno a pagare le bollette e dovranno dichiarare il default, e conseguenze pesanti su occupazioni, consumi e Pil”, commenta infine Assoutenti.

Gli aumenti comunicati oggi sono in realtà anche un rimbalzo del dl bollette del 30 giugno scorso contro il caro energia, che di fatto ha bloccato le tariffe di elettricità e gas per i mesi di luglio, agosto e settembre, con la speranza che la situazione migliorasse. Nell’aggiornamenti del primo luglio infatti l’elettricità è aumentata solo di un +0,4% invece che del 15% e il gas è restato invariato invece che aumentare del 45%. Una sospensione di tre mesi dunque che non era possibile prorogare ulteriormente.

Ad oggi, con il Decreto Aiuti bis sono già stati messi sul piatto 17 miliardi, di cui 8,4 solo per fronteggiare il caro energia. In particolare il decreto prevede: l’estensione a tutto il quarto trimestre di quest’anno dell’azzeramento degli oneri di sistema, del taglio dell’Iva al 5% sul gas, il potenziamento del 2022 il bonus sociale, agevolazioni per i più vulnerabili compresi disabili e over 75, lo stop alle modifiche unilaterali per i contratti nel “mercato libero” a prezzo bloccato. Misure che – è evidente ancor di più oggi – non basteranno e che il governo entrante dovrà potenziare e incrementare. Tra le ipotesi che circolano un intervento da 20 miliardi di euro prima della legge di bilancio, utilizzando i fondi relativi al periodo 2014-2020 non ancora spesi.

Ma il primo ottobre, oltre a scattare gli aumenti annunciati dall’Autorità, inizia anche l’anno termico e scadono i contratti con cui i rivenditori al dettaglio si riforniscono dai grandi produttori e importatori: molti non hanno ottenuto un rinnovo, altri hanno dovuto accettare condizioni onerose. Così se il fornitore va in default, i clienti finiscono nel mercato di ultima istanza, che garantisce la continuità del servizio ma con tariffe generalmente anche più alte di quelle del mercato tutelato, che appunto da sabato lieviteranno. Altro rischio è che, con queste tariffe e con i fornitori in difficoltà che non riescono più a concedere rateizzazioni, aumenteranno i morosi per i quali è previsto invece il distacco dell’energia. “Un raddoppio delle bollette avrebbe potuto spingere all’aumento della morosità, mettendo ulteriormente in difficoltà le famiglie e il sistema energetico”, afferma il presidente di Arera, Stefano Besseghini.

Andando al gas, c’è invece ancora un mese di tempo per prendere aria. L’Autorità per l’energia ha deliberato un nuovo metodo di determinazione delle tariffe per il mercato tutelato, che prevede l’aggiornamento dei valori ogni mese, comunicandoli alla fine di quello successivo. Il nuovo metodo sarà in vigore fino al termine della tutela gas per i clienti domestici, previsto per gennaio 2023, termine sul quale l’Autorità oggi stesso, ha inviato una segnalazione a governo e Parlamento ribadendo la richiesta che la scadenza venga posticipata. Nella stessa segnalazione, l’Autorità ha chiesto di posticipare anche per l’elettricità la fine della tutela per le microimprese (prevista per il prossimo primo gennaio) e di conseguenza anche quella per i clienti domestici.

Con il nuovo meccanismo di calcolo del prezzo del gas – spiega Arera – “si riduce il rischio che i venditori non siano in grado di garantire la propria operatività e le forniture, minimizzando il pericolo che le famiglie debbano ricorrere ai servizi di ultima istanza e gli stessi venditori al servizio di default, pregiudicando l’intero equilibrio economico della filiera gas italiana con costi aggiuntivi che verrebbero socializzati”. Nei giorni scorsi il nuovo meccanismo annunciato da Arera ha visto il supporto di Unione nazionale consumatori mentre ha trovato contrarie Assoutenti, Consumerismo e Codacons preoccupate che in realtà la misura provocherà ulteriori rincari e farà perdere alle famiglie la reale percezione della spesa sostenuta.

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