La riduzione dei consumi nelle ore di picco, la discrezionalità dei singoli Paesi e il rischio default dei fornitori. Come funzionerà il regolamento Ue, al momento ancora una bozza in discussione, per far fronte all’emergenza gas? A fare un po’ di ordine è Massimo Ricci, direttore della divisione Energia dell’Autorità per energia Arera, in attesa che le norme europee, una volta approvate, vengano poi recepite dai Paesi Ue. In Italia sarà proprio Arera ad accompagnare le scelte attuandole dal punto di vista regolamentare e tecnico. E toccherà sempre all’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente rendere noto, giovedì 29 settembre, l’aggiornamento della luce al termine di ben sei mesi durante i quali, grazie agli interventi del governo, i prezzi sono rimasti stabili. Mentre questa volta le previsioni sono di un rialzo.

Qual è l’iter da seguire per il recepimento del regolamento? Quali le misure che potrebbero essere delineate in Italia?
Quella di cui stiamo parlando al momento è una bozza ancora in discussione. Il testo finale dovrebbe essere approvato dal Consiglio in occasione di una riunione straordinaria dei ministri dell’Energia convocata dalla presidenza ceca per il prossimo 30 settembre. Teniamo conto che si sta parlando della domanda totale di energia elettrica e non solo dei consumi delle famiglie. È chiaro che in Italia, a differenza di altri Paesi, abbiamo maggiori leve per incidere sui consumi domestici data la diffusione dei cosiddetti contatori intelligenti, che consentono di responsabilizzare anche i piccoli clienti rispetto ai propri comportamenti di consumo. Spostando consumi dalle ore di picco alle ore di basso consumo si può risparmiare perché in quelle ore i prezzi sono più bassi. Tra le linee di intervento per la riduzione dei consumi, però, diventa cruciale migliorare l’informazione ai clienti in relazione ai costi dell’energia nel prossimo periodo invernale e sensibilizzarli sull’adozione di misure specifiche in grado di contenere i consumi e, quindi, i costi dell’energia.

Quindi quando entreranno in vigore queste proposte e per quanto tempo saranno applicate?
Il regolamento sarà applicabile per la durata di un anno dalla sua entrata in vigore attesa presumibilmente per la prima metà di ottobre 2022. Una volta approvato, saranno i singoli Paesi con provvedimenti normativi nazionali a decidere come raggiungere l’obiettivo, solo allora entrerà in gioco Arera per dare attuazione alle misure di sua competenza. Nel corso del 2023, poi, la Commissione Ue farà una revisione sia della situazione generale che dello stato del mercato dell’elettricità per valutare un’eventuale estensione del periodo di validità. In particolare, la Commissione dovrà valutare a febbraio la parte del regolamento relativa alla riduzione della domanda e al massimale imposto alle tecnologie infra-marginali mentre a ottobre toccherà alla parte relativa al contributo di solidarietà per il settore fossile.

In realtà, quando le misure saranno operative, i consumatori dovranno spalmare i consumi durante tutte le ore della giornata, al di fuori delle ore di picco. Non si tratta quindi un taglio tout court. In che modo tutto questo a livello pratico incide sulla vita quotidiana delle famiglie?
Come già spiegato, si tratta ancora di una bozza in discussione e bisogna aspettare di vedere come il testo sarà recepito in Italia. Resta il fatto, però, che spostare i consumi nelle ore meno critiche oltre che aiutare il sistema Paese in generale può avere dei benefici economici immediatamente visibili dai consumatori in bolletta. Infatti, anche se rispetto a qualche anno fa il differenziale di prezzo tra fasce orarie si è ridotto, il kWh nelle ore notturne e nei prefestivi e festivi è ancora più conveniente di quello della fascia che va dalle 8 alle 19 dei giorni feriali.

Per supportare comportamenti virtuosi è fondamentale anzitutto essere in grado di contabilizzare i consumi orari: c’è un dato sul numero di contatori intelligenti installati in Italia?
L’installazione di contatori intelligenti di prima generazione è stata completata diversi anni fa, in anticipo rispetto agli altri Paesi europei. La seconda generazione di misuratori intelligenti, in corso di installazione progressiva, interessa già oltre la metà degli utenti. Il completamento dell’installazione è previsto entro fine 2025. Questi ultimi, rispetto a quelli di prima generazione, consentono ulteriori operazioni di lettura da remoto e di gestione da remoto – come attivazione e disattivazione – con prestazioni più efficaci e modalità più evolute o la possibilità di collegare dispositivi ad hoc per aggiungere funzionalità.

In che modo tutto questo aiuta a calmierare i prezzi? Quanto risparmieranno i consumatori sulla bolletta energetica? E quanto a livello Paese?
Il contenimento dei consumi ha principalmente due effetti economici sui consumatori: uno diretto sul consumatore che riduce i consumi, in termini di risparmio sull’energia non consumata, e uno complessivo in quanto il contenimento dei consumi, in particolare nelle ore di picco, porta ad una riduzione (per tutti) dei prezzi di mercato. In situazioni estreme di “scarsità” di risorse il contenimento dei consumi assume ancora maggior rilievo in quanto contribuisce a garantire il funzionamento sicuro del sistema. Per quanto riguarda le stime sui risparmi dipenderanno dal tipo di misure che il governo italiano sceglierà per raggiungere i target fissati dalla Ue.

La Commissione sostiene che nelle ore scelte per ridurre i consumi si possono anche includere le ore di produzione di elettricità da fonti rinnovabili. Quindi le nuove regole potrebbero impattare sulla produzione da fonti rinnovabili?
Nelle ore in cui producono sia fonti rinnovabili che impianti a gas naturale in caso di riduzione dei consumi viene ridotta prima la produzione da gas naturale e quindi, normalmente, la produzione da fonti rinnovabili non viene modificata. L’obiettivo di ridurre i consumi nelle ore di picco dovrebbe di per sé includere le ore in cui è necessario il funzionamento di impianti a gas naturale in aggiunta alle rinnovabili e quindi quantomeno ridurre al minimo la probabilità di impatto sulle fonti rinnovabili.

Sempre per affrontare il caro-prezzi, il regolamento della Commissione Ue individua altre tre misure aggiuntive fondamentali. Tra queste, l’introduzione di un contributo di solidarietà a carico dell’industria fossile, il recupero degli extraprofitti dalle tecnologie infra-marginali, e l’estensione di misure che agevolano i prezzi per le PMI. in cosa consistono queste tre misure e in che modo possono concorrere a calmierare i prezzi?
Nel primo caso, il contributo richiesto dovrebbe essere calcolato rispetto alla media degli utili pre-tasse degli ultimi 3 anni confrontandolo con quello del 2022. Se gli utili del 2022 sono cresciuti più del 20% le imprese devono versare questo contributo di solidarietà che, stando all’attuale proposta, sarà pari ad almeno il 33% degli extra profitti. La Ue stima che i proventi arrivino a circa 25 miliardi di euro da destinare al finanziamento di misure a sostegno dei clienti finali e in particolare quelli vulnerabili. Accanto a questo sono previsti anche interventi per la riduzione dei consumi energetici, per il sostegno delle imprese a grande consumo di energia, per l’attuazione della strategia REPowerEU e, in ogni caso, per progetti afferenti al settore energetico. Per quanto riguarda le tecnologie infra-marginali, invece, viene fissato un tetto ai ricavi di questi impianti a 180 EUR/MWh. Gli impianti interessati continuerebbero a vendere l’energia elettrica a prezzi di mercato ma dovrebbero restituire allo stato la differenza tra i ricavi così conseguiti e quelli che possono trattenere effettivamente per via del tetto. I proventi, la stima in questo caso è di 117 miliardi di euro, dovranno essere destinati a finanziare misure a supporto dei clienti e a mitigare gli impatti degli alti prezzi dell’elettricità. Tali misure portano al disaccoppiamento tra i prezzi di mercato (dipendenti dal prezzo del gas naturale) e i ricavi della produzione da fonti diverse dal gas naturale (ad es. rinnovabili e nucleare)

I rincari di elettricità e gas si abbattono anche sui piccoli e medi fornitori di energia, con il rischio che molti arrivino al default, con ripercussioni anche sui clienti finali. In che modo si può affrontare anche questa emergenza e salvare imprese e consumatori?
I prezzi molto elevati e la loro variabilità nel tempo hanno determinato per le aziende del settore un impegno di credito molto superiore al livello storico, che possono determinare criticità soprattutto in caso i prezzi si mantengano a valori molto elevati nel prossimo periodo invernale in cui aumenteranno i quantitativi forniti ai consumatori. Accanto al recente intervento dell’Autorità sul servizio di default trasporto, un attento monitoraggio della situazione porterà a identificare la necessità di ulteriori interventi sulla filiera finalizzati a rafforzare i servizi di ultima istanza già attivi a supporto dei clienti che dovessero rimanere senza fornitore.

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