La Guida della Rivoluzione iniziò il discorso come al solito. Lodando se stesso e la rivoluzione scelta dal popolo guineano. All’inizio Bintu si divertiva a sentirlo. Anche se non conosceva il significato di tutte le parole e neanche capiva la necessità di parlare così a lungo. Ma la sua voce aveva la capacità di attirare l’attenzione degli ascoltatori e di trattenerla. Con ritmo, ripetizioni, frasi a effetto, ed era bravo a trovarne, riusciva a rendere orecchiabile qualsiasi cosa raccontasse, perché era un racconto per Bintu… di un Paese di uomini e donne coraggiosi che lottavano contro qualcuno o qualcosa di potente, con nomi diversi come imperialismo, schiavismo, razzismo, colonialismo… Bintu pensava che doveva essere faticoso, per un solo popolo, lottare contro quelle parole complicate che finivano tutte in ismo. Erano certamente mali di cui soffriva soltanto la Guinea, perché di tutti i presidenti l’Elefante era l’unico a lamentarsene così spesso.

La voce dell’Elefante, di Nelly Diop (Atmosphere Libri), è un romanzo che possiede la freschezza, i colori e gli odori dell’Africa occidentale. Una saga familiare costruita intorno a un fatto storico di grande spessore per la comunità senegalese e quella guineana. Un inedito plot narrativo che immerge le vicende raccontate dall’autrice nel felice calderone dei vari Alain Mabanckou, Patrice Nganang e Jennifer Nansubuga Makumbi.

Siamo a Dakar, nel 1979. La 14enne Bintu vive con la famiglia in un quartiere del ceto medio della capitale senegalese. La ragazza, nel percorso di scoperta del mondo che la circonda, si confronta con la nonna paterna, Nagnouma, scappata dalla Guinea diversi anni prima portando con sé la propria lingua, la propria cultura e segreti dolorosi.

Nagnouma ha una vera e propria ossessione per i discorsi del leader guineano Ahmed Sékou Touré, detto l’Elefante, che lei ascolta sulle frequenze di La Voix de la Révolution. Bintu cerca di scoprire cosa si cela dietro la malinconia della nonna, e una visita ufficiale a Dakar dell’Elefante sarà l’occasione per la ragazza di venire a conoscenza di misteri che sfumano nel passato della sua famiglia.

La voce dell’Elefante è un romanzo capace di attualizzare un periodo storico molto importante per l’Africa e non solo. Anni di Guerra Fredda, di indipendentismo e di rivendicazioni nazionaliste. Anni di scoperta di nuove culture e ritrovato interesse per le tradizioni. Un mix variegato di narrazioni e indagini familiari, tenute insieme da una prosa linguisticamente ritmata in modo solido e originale.

Come in tutti i gruppi di donne, c’era sempre quella che sollevava un putiferio lì dove non era necessario, per il solo gusto di farlo. Ed era sempre N’na Djeneba, originaria di Karussa. Le piaceva mettere zizzania. Per lei, le riunioni pacifiche erano una noia. Si diceva che il suo Io nascosto, o il suo spirito guida, fosse Satana o un suo parente.

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