È di Alberto Fedele il cadavere congelato trovato ieri da una squadra di soccorritori nella provincia peruviana di Urubamba. L’ingegnere pavese, scomparso lo scorso 4 luglio mentre faceva trekking sulle Ande, si trovava nel Paese sudamericano come volontario di WeWorld onlus. “È confermato che il corpo ritrovato è di Alberto – ha detto all’Ansa il presidente di WeWorld Marco Chiesara – È stato riconosciuto grazie allo zaino e ai vestiti. Probabilmente è scivolato durante l’escursione”.

Il corpo del 30enne è stato trovato sulle Ande peruviane, vicino alla laguna di Juchuyocha. Già in agosto era stato ritrovato un altro corpo nella stessa zona, ma le analisi condotte dagli esperti avevano subito escluso che si trattasse del cooperante italiano. Il giorno in cui è scomparso era partito alle 5 del mattino per un’escursione. Il suo rientro era previsto verso le 19, ma di lui da quel giorno non si è saputo più niente. L’ultima traccia di Fedele era stato un messaggio vocale spedito a un’amica ed era stata lei a denunciarne la scomparsa, contattando la polizia. Per effettuare le ricerche sono impiegati anche droni e un gruppo di specialisti della Croce rossa, inoltre, si erano uniti ai soccorritori.

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