Alcune aziende che forniscono servizi di manutenzione delle centrali nucleari di Électricité de France stanno valutando di allentare le loro regole sui limiti di esposizione alle radiazioni per ridurre i costi. È quanto scrive l’agenzia Reuters. Da mesi Edf è alle prese con gravi problemi ai suoi 54 impianti nucleari di cui oltre la metà è fermo per manutenzione e per segni di usura imprevisti. La produzione nucleare francese è ai minimi da 30 anni. Il gruppo ha annunciato ieri che l’erosione dei profitti dovuto alla situazione delle centrali potrebbe toccare i 29 miliardi di euro. Il governo francese, che già possiede l’84% di Edf, si appresta a nazionalizzarla completamente, proprio per far fronte agli ingenti investimenti necessari, stimati in almeno 50 miliardi di euro.

Edf afferma che le nuove soglie sono comunque in linea i suoi standard e che rimangono al di sotto dei limiti legali francesi. “Siamo stati informati da alcuni dei nostri partner che intendono alzare il livello di esposizione alle radiazioni per il loro personale”, ha affermato il gruppo. La società Monteiro – che fornisce saldatori – ha ad esempio aumentato il limite annuale di esposizione alle radiazioni per i suoi lavoratori a 14 millisievert dai 12 precedenti a fronte di un massimo legale consentito di 20 millisievert. Oltre a Monteiro, Reuters ha contattato altri cinque appaltatori francesi impiegati da Edf. Tre di questi non hanno risposto a una richiesta di commento, uno ha rifiutato di commentare e uno non era immediatamente disponibile per un commento. Una delle fonti interpellate da Reuters ha affermato che è raro che i dipendenti di Edf raggiungano un livello di esposizione superiore a 9 millisievert. Il gruppo non ha commentato. Klervi Leuraud, esperto di radiazioni dell’istituto francese per la sicurezza nucleare Irsn, ha affermato che la soglia di 14 millisievert non comporta rischi per la salute.

Una delle fonti che ha parlato con Reuters ha però sottolineato come gli addetti alle riparazioni dei reattori operino in condizioni molto difficili. “Lavorano in aree ristrette, grandi quanto un monolocale, riparando tubi larghi 3 centimetri. Cerchiamo di rendere il lavoro sicuro e finire i lavori in tempo, ma ci sono molti rischi”, ha detto la fonte. “Il personale deve essere alternato ciclicamente e il problema è che si tratta di un lavoro estremamente specializzato e il numero di persone con le competenze richieste è modesto”.

“Le attività attualmente in corso presso i nostri impianti comportano un tempo di lavoro più lungo nelle zone nucleari dei siti. Attività che non era stata prevista dai fornitori del servizio quando sono stati fissati i limiti di radiazione”, ha affermato Edf. I lavoratori che controllano e riparano gli impianti devono operare in zone dove le radiazioni sono elevate, quindi possono trascorrervi solo un periodo limitato di tempo, aveva affermato il mese scorso l’amministratore delegato Jean-Bernard Levy. Il gruppo sta cercando di rispettare il programma per il riavvio dei 29 reattori attualmente fermi entro il prossimo 18 febbraio, scadenza giudicata troppo ottimistica da alcuni analisti.

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