di Alessandra Bortolotti, psicologa

Settembre: tempo di nuovi inizi e di ripresa delle consuete attività lavorative. Per alcune famiglie è il momento dell’ambientamento dei propri figli e figlie al nido o alla scuola dell’infanzia. Si tratta di frequente del primo grande distacco dai genitori e spesso è caratterizzato da una grande emotività e premura. Quale sarà la miglior scelta per mio figlio? È meglio mandarlo dai nonni, all’asilo o trovare una baby-sitter? Ogni famiglia è a sé e la scelta dipenderà da molteplici fattori: orario di lavoro dei genitori, disponibilità dei nonni a tenere i nipoti, situazione economica della famiglia, disponibilità di strutture pubbliche che abbiano posti a sufficienza per tutti i piccoli di zona e metodi educativi condivisi dalla famiglia.

Nel caso che si scelga una struttura (sia pubblica che privata) a cui affidare i nostri figli, la cosa più importante da tenere presente è che quando arriva un bambino arriva una famiglia e di conseguenza ogni componente del nucleo familiare si dovrebbe sentire accolto e coprotagonista dell’esperienza di ambientamento al nido o alla scuola dell’infanzia. Questa è una precisa indicazione degli Orientamenti nazionali per i servizi educativi per l’infanzia 0/6 stabiliti dal nostro ministero a cui tutte le strutture dovrebbero adeguarsi, così come avviene ovunque ci siano linee guida o protocolli.

In questi orientamenti la posizione chiara è quella in cui “l’alleanza educativa con i genitori, la relazione e la partecipazione” è prioritaria, così come viene riconosciuto “il primario ruolo educativo della famiglia, co-protagonista nella vita dei servizi”. Quindi la partecipazione della famiglia alle modalità e tempi di ambientamento è per ogni nucleo familiare un diritto riconosciuto da questi documenti nazionali che potete anche far vedere ai responsabili delle strutture a cui vi rivolgete.

La mentalità sottesa a queste indicazioni è la cooperazione fra tutti gli adulti che sono riconosciuti dal bambino come figure di attaccamento significative per la sua crescita e per il mantenimento del suo benessere. A questo proposito uno studio sui nidi ha dimostrato che non è l’assenza della madre in sé a provocare un aumento degli ormoni dello stress, come il cortisolo, bensì l’assenza di una figura adulta attenta e reattiva agli stati emotivi del bambino in ogni momento. Quando c’era un membro dello staff del nido che si assumeva questa responsabilità, i livelli di cortisolo non aumentavano. In assenza di questa figura il bambino pativa uno stato di stress. Più che ai metodi sembra finalmente necessario dare la priorità allo stato di benessere di tutto il gruppo che compone la classe, comprendendo sia i bambini che le educatrici e i genitori e mettendo al centro ogni persona come individuo singolo che andrà a comporre il gruppo classe.

Come ultimo aspetto vediamo alcuni miti da sfatare sull’ambientamento al nido:

1)Il bambino va preparato per l’inserimento”. Non è necessaria alcuna preparazione, alcuni pensano di dover rivoluzionare gli orari della giornata, altri di farlo mangiare e/o dormire prima o dopo, altri ancora di doverlo “svezzare”, di togliergli il pannolino o di insegnargli a dormire da solo prima di inserirlo all’asilo… L’idea generale è che la vita del bambino e quella della famiglia vadano stravolte per adattarsi in anticipo al contesto scolastico. In realtà quello che conta è che si stabiliscano relazioni di fiducia all’interno delle quali si possano instaurare le routine del gruppo. È importante incoraggiare le famiglie a non crearsi stress inutili in vista di un cambiamento così importante, una buona alleanza fra famiglia ed educatrici sarà la carta vincente dell’inserimento.

2) Vi dovete fidare. Sarà cura delle educatrici creare un contesto in cui i genitori possano trovare accoglienza e ascolto così da poter arrivare a sentirsi accettati con le proprie abitudini e credenze e sviluppare quindi la fiducia che non andrebbe mai data per scontata perché è il risultato di relazioni efficaci e significative. Solo così anche i bambini potranno sentire l’alleanza fra gli adulti che si occupano di loro e sviluppare a loro volta fiducia e accettazione della nuova realtà quotidiana nel rispetto delle proposte educative della struttura in cui si trovano.

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