di Stella Sacca

E’ morta l’immortale, spezzando il cuore di molti. British, e non. Ma vivere a New York fa mettere in discussione ogni sensazione e ogni sentimento. Così come mi ha insegnato a essere meno “judgemental” (critico), allo stesso tempo mi ha insegnato l’arte del perpetuo “questioning” (mettere in discussione). È giusto essere dispiaciuti per la morte di un essere umano che ha avuto indubbi vantaggi esistenziali? O è giusto applicare il concetto “sticazzista aprioiristico”? O è meglio provare quasi una sensazione di contentezza vendicativa per la scomparsa di un pezzo fondamentale di una monarchia, che seppur rispettosa della democrazia (?), è sinonimo di colonizzazione e di tutto ciò che ha combattuto chi ha inseguito il concetto di libertà?

Leggo il post pubblicato da Biden e mi convinco che Queen Elizabeth fosse una gran donna, ma poi penso che Biden è bianco, la moglie pure (bionda per giunta)… No, approfondiamo. The Touré show, pagina Instagram dedicata alla Black community con oltre 4500 post e oltre 50mila followers, pubblica una serie di tweet decisamente critici sulla vita della regina, che definiscono la sua morte una liberazione. Cambio idea, forse hanno ragione loro. La monarchia è potere al singolo, sfruttamento, ricchezza estrema, colonizzazione. “A morte la regina”. Poi mi appare il post di Obama, sinceramente dispiaciuto della grave perdita per tutti, Commonwealth e mondo intero inclusi. Cavolo, Obama è Obama. Però è stato anche presidente, mica può postare la foto della regina con l’hashtag “Ciaone” sotto.

Entro in crisi. Insomma, mi devo dispiacere o no? Decido di dispiacermi perché la conseguenza della morte della regina è l’incoronazione di Carlo, che non mi è mai piaciuto. Carlo che diventa re è troppo per tutti. Poi cambio ancora idea, quando leggo il post su Facebook di una mia amica che ha deciso di intraprendere una carriera nella moda grazie proprio a Elisabetta, e alle parole di mia cugina, esperta e fan della storia inglese. Ripenso agli esami universitari di letteratura inglese e inizio a sentirmi coinvolta, inizio a sentirmi quasi British… Dio salvi la regina!

Ma ecco il post di Ascanio Celestini: poche righe, da Uccellacci e Uccellini di Pasolini. Illuminante, come sempre. Forse è vero che anche nella morte non siamo tutti uguali. Forse sono uguali i re e le regine, i “più ricchi del camposanto”. E i poveracci sono uguali tra di loro, “passano da una morte a un’altra morte”. Opto per lo sticazzismo ma mi sento a posto con la coscienza perché é uno sticazzismo analitico, non aprioristico.
Ma non sono ancora convinta. Perché mi sa che un po’ mi dispiace. Mi metto a dormire e proprio in quel momento capisco perché. Perché é un altro pezzo di passato che svanisce, un passato che non ho mai “questionato” ma che stava lì, come un bicchiere d’acqua sul comodino per la notte. Anche se per molti, quell’acqua rappresenta tutt’altro che sicurezza, tutt’altro che abberevamento.

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