“Bye Bye Betty. Una Regina è tale quando è un esempio. Brava, ci sono donne che fanno un lavoro da uomini meglio degli uomini. Con la forza e la fragilità”. L’attrice e presentatrice Drusilla Foer ha voluto così rendere omaggio con un post– proprio nel giorno del suo 55esimo compleanno – la scomparsa della regina Elisabetta. Ma più di una frase non corrisponde a verità. Anzitutto il “lavoro” del re e della regina non ha sesso. Non solo gli uomini, ma anche le donne hanno avuto un ruolo preponderante nella storia antica e contemporanea. Hanno deciso le sorti di Paesi, guerre e sono state protagoniste di momenti cruciali per la sorte di intere nazioni. Basta sfogliare i libri di storia per trovare personalità importanti, controverse, incisive come – ad esempio – Cleopatra, Isabella di Castiglia e Aragona, Elisabetta I d’Inghilterra, Caterina II di Russia soprannominata “la Grande”, Maria Teresa D’Austria e la Regina Vittoria. Il ruolo del sovrano prevede il rispetto di protocolli precisi, grandi abilità diplomatiche e politiche. Tutte peculiarità, dicevamo, che prescindono dal sesso.
L’altro punto non proprio preciso è il termine “fragilità”, associato sempre alla regina Elisabetta e al concetto del lavoro del sovrano. In realtà, come anche confermato dall’ex segretario e portavoce Richard Winston “Dickie” Arbiter, 82 anni, in una intervista a La Repubblica, la regina volontariamente non lasciava trasparire le sue emozioni né le sue fragilità. Lo imponeva il ruolo. “Dopo la morte di Diana la accusarono di non essere triste, ma si è comportata allo stesso modo quando spirarono sua sorella, sua madre o persino Filippo. – ha detto Arbiter – I reali, i Windsor, non devono mostrare emozioni o sentimenti, perché non vogliono essere interpretati. Per loro è come una ferita in un’armatura”. Insomma l’omaggio di Drusilla Foer, sebbene mosso da ottime intenzioni, contiene qualche inesattezza storica.