La Russia denuncia “pressioni da parte di Usa e Ue” sugli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) riguardo agli scontri intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha detto Vladimir Putin in persona parlando all’Eastern Economic Forum di Vladivostok dove ha affermato che i tecnici “non possono dichiarare direttamente che la centrale di Zaporizhzhia viene bombardata dal territorio ucraino, con il rischio di minare la sicurezza nucleare“. Il presidente russo ha voluto chiarire che si fida assolutamente del rapporto che verrà preparato dall’Agenzia, “un’organizzazione internazionale molto responsabile. Il leader è una persona molto professionale”, ma già in mattinata il ministro degli Esteri, Serghej Lavrov, aveva puntualizzato che “servono ulteriori chiarimenti, dal momento che il rapporto contiene una serie di questioni”, senza però entrare nei dettagli.

Rispondendo a Mosca e rispedendo al mittente le accuse di bombardamenti contro l’impianto, l’Ucraina apre le porte all’invio dei Caschi Blu dell’Onu nella centrale nucleare che, così, potrebbero agire da deterrente per qualsiasi tentativo di offensiva o escalation che aumenterebbe il rischio di un incidente atomico. Mosca ribadisce comunque che, nonostante le accuse arrivate da Kiev esplicitate anche nel rapporto dell’Agenzia atomica, non ci sono armi nell’impianto. A dichiararlo è stato lo stesso Putin contestando una delle affermazioni contenute nel report Aiea. “Nel rapporto si parla della necessità di allontanare la tecnologia militare dall’area dell’impianto – ha affermato Putin – Ma non c’è tecnologia militare sul terreno”. E ha poi invitato i giornalisti occidentali a recarsi sul sito dell’impianto per avere un’impressione diretta della situazione.

Ma le rassicurazioni sulla sicurezza interna alla centrale non tranquillizzano il governo di Volodymyr Zelensky. Così il principale esperto ucraino dell’Ispettorato dello Stato per la sicurezza nucleare e delle radiazioni (Snriu), Oleh Korikov, ha annunciato che si sta valutando la possibilità di spegnimento della centrale, spiegando che Kiev è preoccupata per le riserve di diesel usate per i generatori di backup. “L’opzione dello spegnimento della stazione è in corso di valutazione”, ha detto.

Intanto proseguono gli scontri nelle aree più calde del Paese. Almeno tre persone sono rimaste sotto le macerie di un edificio residenziale a più piani a Sloviansk, nella regione di Donetsk, a causa di bombardamenti russi, secondo quanto riporta Ukrainska Pravda. “A Sloviansk una scuola, un ospedale di otorinolaringoiatria, l’edificio della Stazione dei giovani tecnici e un grattacielo sono stati distrutti. Polizia e soccorritori stanno lavorando sul posto, sgomberando le macerie dell’edificio. Almeno tre persone rimangono sotto le macerie, due uomini e una donna, tutti civili”, ha dichiarato la polizia. Missili russi hanno inoltre colpito e distrutto alle prime ore di stamattina l’ospedale psichiatrico di Kramtorsk senza comunque causare vittime. E dopo un attentato che ha provocato ieri un’esplosione della sua macchina è morto il colonnello russo Artem Bardin.

Nuove tensioni si registrano in ambito diplomatico e coin volgono anche le Nazioni Unite. Il portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha fatto sapere che gli Stati Uniti “non hanno ancora dato una risposta sulla concessione del visto al ministro Lavrov per consentirgli di partecipare alla settimana dell’Assemblea generale dell’Onu“, in programma al Palazzo di Vetro a New York dal 20 al 26 settembre. “Finora non c’è risposta”, ha detto aggiungendo che “se gli Usa non concedono un visto ai rappresentanti russi o continuano a porre ostacoli all’arrivo della delegazione russa all’Onu, non fanno che mostrare la propria paura”.

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