Nel film Animal House, quando la confraternita di studenti universitari debosciati e perdigiorno attraversava una fase di sconforto o di pseudo-crisi esistenziale, onde risollevare gli spiriti organizzava un Toga Party (che in quell’epoca bigotta era un happening ad alta intensità di trasgressione).

La confraternita del Partito Democratico, invece, di fronte alle crisi organizza un’adunata di volti gggiovani o cavalca qualche movimento spontaneo. Il prodotto mediatico, confezionato dagli spin doctor del Testaccio, viene presentato alle moltitudini telelobotomizzate come espressione genuina della gggente o della “società civile”, in contrapposizione alla società incivile (cioè quella dei politicanti che lucrano sui volti gggiovani). Successe nel 2019 in vista delle elezioni in Emilia Romagna, cuore del potere rosso insidiato dalla Lega di Salvini, che a quei tempi pareva inarrestabile dopo un filotto di vittorie nelle elezioni regionali.

Con un’operazione a km zero, venne approntato il movimento delle Sardine, capitanate da Mattia Santori, il quale, chiamando a raccolta un assortimento di bamboccioni (che piacque subito anche ai pensionati), riuscì a ringalluzzire le malconce truppe di attivisti e sostenitori, atterriti dalla prospettiva di perdere la greppia dove si erano pasciuti per generazioni.

Di fronte all’incombente fiasco del 25 settembre, Letta ha reclutato un quintetto (ridottosi quasi istantaneamente a 4) di gggiovani capilista, da presentare come papaveri all’occhiello, accuratamente selezionati tra i burocrati di partito (un paio non a caso mandati a farsi le ossa proprio tra le Sardine). La fine del riccioluto Santori è non è stata esaltante. Un seggio di consigliere comunale a Bologna per vagheggiare lo Stadio del Frisbee. I compagni, e soprattutto le compagne, di strada che deliziavano i talk show con le loro zaffate di vacuità sono irreperibili.

I novelli sardini capilista hanno avuto un destino ancora più gramo ed effimero. Invece di incarnare il Nuovo che Avanza, si sono rivelati Avanzi (rancidi) del Vecchio: un bolsce-fichetto e un paio di rabbiosi anti-israeliani, passati dall’esaltazione mediatica alla Pattumiera della Storiella. Al Toga Party della riscossa Pd, Enrico Letta lo “hanno rimasto solo”, o peggio, in mesta compagnia di Casini.

Al di là delle alzate di ingegno propagandistiche, viene da chiedersi quale forma di perversione masochistica dovrebbe indurre un giovane a votare Pd. Un partito che (insieme alla Lega e Forza Italia) continua a ignorare la più gigantesca rapina intergenerazionale perpetrata attraverso il sistema pensionistico di matrice clientelar-democristiana. Quale giovane sano di mente dovrebbe incaprettarsi votando Pd, il referente della Trimurti sindacale schierata a difesa degli interessi di pensionati e pensionandi? I capilista gggiovani sono evaporati, in compenso sono rimaste Camusso e Furlan. Non esattamente due paladine dei giovani (con una g sola) costretti a pagare contributi pensionistici di stampo confiscatorio, per tappare il buco nero dell’Inps che inghiotte il loro futuro.

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