Ho letto che il ministero dell’economia e delle finanze ha deciso dal 1 giugno di sostituire le tessere sanitarie scadute con nuove tessere senza microchip. Senza spiegare siamo tornati a spendere soldi solo per avere un codice fiscale in tasca. Nessuna delle utilità quali i servizi online collegati al lettore usb, che molti hanno acquistato, potranno essere usati. Penso alla lettura degli esami, penso alla firma elettronica. Milioni e milioni di euro spesi per un servizio al momento fermo per la mancanza di microchip. Passi indietro nella tabella della semplificazione e della tecnologia. Ma non tutto vien per nuocere.

Cerco di spiegare da anni l’importanza di History Health a tutte le forze politiche senza trovare consenso e tanto meno risposta. Ci vorrebbe un interlocutore politico che capisse, in questo momento di campagna elettorale, l’importanza di gestione soggettiva dei dati sanitari, non racchiusi in un microchip ma nella nostra impronta digitale unica e irripetibile. Visite, esami, cartelle cliniche, farmaci tutti raccolti nel nostro armadio digitale, ognuno nel proprio cassetto. Visionabile sia dal cittadino che dall’operatore sanitario anche in momenti di inerzia: basta alzare il dito del paziente. Solo gli operatori sanitari possono, autenticandosi con la propria impronta, scrivere nel nostro diario della salute.

Come mai la politica, che gestisce la nostra salute e la nostra malattia, non ascolta e non diffonde questo metodo che ci saremmo ritrovati come arma di combattimento utile contro il Covid? Quanti ne avremmo salvati se avessimo saputo almeno le patologie e le terapie di tutti quelli arrivati ai Pronto Soccorso? Certamente i dati sanitari sono importanti per le aziende farmaceutiche e per le assicurazioni ma anche per i singoli governi che possono veicolare la loro politica e influenzare la vita dei cittadini. Oggi più che mai, come è accaduto nel Regno Unito, e il Guardian lo ha pubblicato.

Io credo invece che i dati sanitari possano essere utilizzati per il bene comune, ma previa autorizzazione da remoto all’accesso per un periodo limitato al proprio database soggettivo, non in silenzio da un microchip. Ora nemmeno da quello. Ho creduto negli anni alle nuove forze politiche che si sono affacciate sotto il sole della politica che potessero capire, implementare e usare. Spesso ho avuto delusioni dettate dallo scambio di favori politici ed economici mai dalla parte dei cittadini che sono sempre stati sudditi. Riuscirà prima o poi qualcuno a capire che l’unico modo di essere è esistere, per gli altri? Un bel dì vedremo. Forse.

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