Il prezzo del gas sull’hub europeo di Amsterdam aggiorna i massimi nel giorno in cui la Russia, come da annunci di lunedì, riduce i flussi attraverso il Nord Stream al 20% della capacità complessiva. I timori di scarsi approvvigionamenti provocano timori in vista dell’inverno, nonostante l’accordo sottoscritto ieri dai 27 sulla riduzione dei consumi. Le quotazioni sono volate a 225 euro al megawattora, con un incremento dell’12% rispetto al giorno precedente. Per farsi un’idea di come la ripresa post Covid e poi la guerra in Ucraina abbiano sconvolto il mercato, basti dire che nel luglio 2021 un megawattora scambiava a 23 dollari.

Gascade, il gestore tedesco dei due punti di arrivo a Lubmin del gasdotto Nord Stream 1, ha annunciato che i rifornimenti di gas sono scesi a 1,28 milioni di metri cubi all’ora, circa il 20% della capacità, a causa della chiusura di un’altra turbina. In Italia, Eni fa sapere che Gazprom ha comunicato per oggi la consegna di volumi di gas pari a circa 27 milioni di metri cubi a fronte di consegne giornaliere pari a circa 34 milioni di metri cubi effettuate nei giorni scorsi. Si tratta di un calo di circa il 20% che arriva dopo il ripristino della capacità annunciato il 21 luglio, al termine della manutenzione periodica del gasdotto. Gazprom fornisce “quanto necessario e quanto possibile”, ha sostenuto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Sappiamo che ora le possibilità tecniche per il pompaggio si sono ridotte, perché il processo di manutenzione delle varie unità è estremamente complicato a causa delle restrizioni e delle sanzioni introdotte dall’Europa, in particolare dall’Unione Europea. Queste sanzioni non permettono di eseguire tempestivamente la manutenzione, di cambiare i pezzi di ricambio, di eseguire riparazioni importanti e altre manutenzioni di routine sulle attrezzature necessarie per il pompaggio”.

I timori per le conseguenze della carenza di gas nella stagione fredda, che potrebbe trascinare l’Europa in recessione l’anno prossimo, si fanno sentire anche sugli indici di fiducia del Vecchio Continente. L’indice Gfk sulla fiducia dei consumatori della Germania ad agosto è sceso oltre le attese ai minimi storici a -30,6 punti, rispetto al -27,7 di luglio. “Oltre alle preoccupazioni per l’interruzione delle catene di approvvigionamento, per la guerra in Ucraina e per l’impennata dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari, si aggiungono le preoccupazioni per l’approvvigionamento di gas per le imprese e le famiglie il prossimo inverno”, commenta Rolf Buerkl di GfK. In Italia l’Istat stima per luglio una diminuzione sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori, che scenda da 98,3 a 94,8, il minimo da maggio 2020, sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 113,4 a 110,8). Con riferimento alle imprese, la fiducia è in peggioramento nella manifattura (l’indice scende da 109,5 a 106,7) e nei servizi di mercato (da 109,0 a 104,1) mentre migliora nelle costruzioni ( l’indice sale da 159,7 a 164,4) e nel commercio al dettaglio (da 107,2 a 108,1).

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