Alcune apparecchiature tecnologiche di fabbricazione cinese potrebbero interrompere le comunicazioni dell’arsenale nucleare degli Stati Uniti. Lo ha rivelato la Cnn che cita le indagini condotte dalla Fbi dopo quella che viene considerata una vera e propria escalation dello spionaggio sul suolo americano negli ultimi dieci anni. Almeno dal 2017, racconta la Cnn, i funzionari federali del governo statunitense hanno indagato sugli acquisti di terreni cinesi vicino a infrastrutture critiche, chiuso un consolato regionale di alto profilo ritenuto dal governo degli Stati Uniti un focolaio di spie cinesi e ostacolato quelli che consideravano chiari tentativi di installare dispositivi di ascolto vicino a sensibili strutture militari e governative.

Una delle scoperte più allarmanti venute alla luce dall’indagine della Fbi, spiega ancora la Cnn, riguarda le apparecchiature Huawei di fabbricazione cinese in cima ai ripetitori cellulari vicino alle basi militari statunitensi F.E. Warren Air Force Base, nel Midwest, a Cheyenne, nel Wyoming. Secondo diverse fonti l’Fbi ha stabilito che l’equipaggiamento era in grado di catturare e interrompere le comunicazioni criptate del Dipartimento della Difesa, comprese quelle utilizzate dal Comando Strategico degli Stati Uniti, che sovrintende alle armi nucleari del paese. Andrebbe in questa direzione anche l’offerta di Pechino del 2017 di costruire un parco nel National Arboterum a Washington, che si è rivelata un tentativo di spionaggio, secondo il Federal Bureau of Investigation: dalla cima della pagoda si sarebbero potuti raccogliere, a tre chilometri da Capitol Hill, segnali strategici. I materiali che avrebbero dovuto essere usati sarebbero stati inoltre fatti arrivare attraverso canali diplomatici, senza controlli da parte degli Usa. L’inchiesta sulle componenti Huawey di Cheyenne è stata tanto segreta che non tutti ne erano informati, alla Casa Bianca e negli altri centri del potere a Washington fino al 2019.

Dal 2017, l’Fbi indaga sull’acquisto di terreni da parte della Cina vicino a infrastrutture critiche, nel tentativo di acquisire informazioni. Era stato dopo la scoperta dell’equipaggiamento della torre di Cheyenne che la Federal Communications Commission aveva proibito alle piccole aziende di telecomunicazioni l’uso di componenti Huawei. E nel 2020 il Congresso aveva approvato un pacchetto di 1,9 miliardi di dollari per rimuovere le componenti Huawei e Zte dagli impianti nelle province americane, dove erano più diffusi. Anche se a due anni di distanza, ancora niente è stato fatto.

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