Il centrodestra cerca di ricompattarsi in vista dell’inizio della campagna elettorale. Mentre rimangono da sciogliere nodi di non poco conto, come la premiership e la distribuzione dei seggi uninominali (Meloni vuole il 50%, Berlusconi e Salvini contrari), i tre leader – ritornati insieme dopo le dimissioni di Mario Draghi – cercano di ristabilire regole e sintonia.

Il pranzo – Primo passo è stato il pranzo a “Villa Grande” tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Dopo tante riunioni del centrodestra di governo insieme a Matteo Salvini e i centristi, il presidente di Forza Italia ha organizzato nella sua residenza un incontro per “rompere il ghiaccio” con la leader di Fratelli d’Italia. Un primo confronto in vista del voto anticipato del 25 settembre, dopo mesi di freddezza e turbolenze. Fonti azzurre assicurano che il faccia a faccia è andato molto bene. Anche lo staff di Fdi conferma il clima positivo. Per la prossima settimana è stato così convocato un vertice con tutti i leader del centrodestra.

La candidatura di B. – Salutata Giorgia Meloni, Berlusconi ha fatto rotta verso la Sardegna, non prima di aver fatto trapelare la sua intenzione di correre in prima persona in questa competizione elettorale. Sarebbe pronto a candidarsi come capolista al Senato, dopo la “cacciata” del 2013 per effetto dalla legge Severino dopo la condanna in via definitiva per frode fiscale a 4 anni di detenzione e 2 anni di interdizione dai pubblici uffici. “Si candida certamente al Senato”, assicura Antonio Tajani: “Sta come un grillo. Lui si esalta in campagna elettorale”.

La premiership – Intanto il prossimo vertice del centrodestra servirà per mettere nero su bianco le regole. Sul fronte premiership Giorgia Meloni (leader del primo partito nei sondaggi), pretenda chiarezza: la regola della coalizione per cui chi prende più voti indica il candidato per Palazzo Chigi è di fatto congelata. A cercare di calmare le acque ci pensa Salvini che garantisce su Twitter che “chi prenderà un voto in più avrà l’onore e l’onere di indicare il nome”. Tajani però rinvia a dopo elezioni. “Prima bisogna vincere, avere una squadra forte e un buon allenamento. Poi chi alzerà la coppa, si vedrà“, taglia corto il coordinatore azzurro.

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