di Angelo Lo Verme

Cos’è il razzismo, se non uno dei tanti aspetti oscuri e truci dell’animo umano? Umano, si fa per dire! L’umanità in effetti è tutt’altra cosa che l’egoismo, l’insensibilità e la mancanza di empatia. Sì, mi accorgo che devo correggere la prima frase, poiché dire “animo umano oscuro e truce” è decisamente un ossimoro. La definizione di animo umano è di per sé priva di qualsiasi connotazione negativa. L’anima è sempre pura, l’anima è sempre bella. Dunque è la disumanità, a vari livelli, a caratterizzare principalmente chi è indifferente alla sofferenza altrui, chi discrimina e non accoglie, chi abbandona colui che si trova in difficoltà, colui che chiede aiuto. Specie se chiede aiuto in mezzo alle onde del mare o da dietro i fili spinati o i muri dei confini che non si aprono! Il razzismo, o xenofobia che dir si voglia, sono una sorta di sottospecie della disumanità. Che poi razzismo e xenofobia sono dei sinonimi, magari alla lontana.

Che poi l’intero concetto della razza è fondato sul nulla, è arbitrario. Per l’uomo si può parlare di etnia invece che di razza. La razza è una distinzione adatta ai nostri amici cani e gatti. E’ evidente che un pastore tedesco è diverso da un chihuahua pur essendo della stessa specie, o un gatto persiano da un siamese. Nel classificare gli uomini invece è assurdo e megalomane teorizzare e pure mettere in pratica il concetto di razza e della razza ariana, o comunque bianca, presunta superiore. Ricordate il movimento del suprematismo bianco? Ricordate le deportazioni in massa di ebrei, zingari, omosessuali, disabili e malati di mente nella seconda guerra mondiale? Ebbene, oltre a lingua, religione, usi e costumi che hanno di diverso sul piano morfologico?

In base alla zona geografica in cui vivono i gruppi umani cambia il colore della pelle, la struttura fisica e i lineamenti del viso. Ed esistono, ovviamente, variazioni fenotipiche all’interno di un’etnia, come accade in quella dei bianchi, e quindi a tutta la nostra specie. Non siamo fotocopie: ciascuno ha il proprio aspetto e il proprio carattere unici, il proprio fenotipo appunto, che è la combinazione tra geni ereditati e ambiente. E questo sarebbe un motivo valido per ritenere che la cosiddetta razza bianca è superiore alle altre, specie quella nera? Basta davvero così poco per ritenere che è un nostro diritto discriminarla? Ricordiamoci che siamo tutti della stessa specie. Tutti Homo Sapiens, non dimentichiamolo mai!

Tutt’al più si potrebbe essere “fenotipozzisti”: una sorta di razzismo estetico – scusate questo bizzarro termine – ovvero, provare di primo acchito più attrazione per un aspetto esteriore bello invece che per uno meno bello, ovviamente secondo i personali canoni estetici. Già questo è più accettabile del razzismo. Tutti siamo attratti dal bello, tutti abbiamo un senso estetico più o meno sviluppato, anche se nulla potrebbe giustificare una discriminazione basata sull’estetica delle persone.

Il razzismo è invece avere paura dell’altro, della sua cultura, del suo modo di pensare. E’ avere paura del cosiddetto diverso che verrebbe a “toglierci” qualcosa in casa nostra: soprattutto la sicurezza! Se poi questa paura irrazionale viene amplificata mediaticamente giorno dopo giorno, la xenofobia diventa un deleterio sentire illogico comune. E questo è razzismo che comporta tutta una serie di derive che caratterizzano un’umanità malata e chiusa nel suo ristretto pensiero. E’ un sentimento deviato che va a configurarsi come una sottospecie della disumanità. E per questo sentimento traviato non esistono giustificazioni.

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