Marcell Jacobs è pronto per scendere in pista ai Mondiali di atletica di Eugene al via venerdì 15 luglio. Il campione olimpico dei 100 metri ci arriva dopo una stagione tribolata nella quale, per via di una serie di infortuni, non si è quasi mai visto e ha dovuto saltare molti meeting della Diamond League. L’esordio del gardenese non si farà attendere. Infatti, le qualificazioni dei 100 metri iridati sono previste alle 3.50 italiane di sabato mattina. L’azzurro va alla caccia della semifinale insieme all’altro italiano Chituru Ali. L’eventuale finale è prevista per domenica 17 luglio alle 4:50, circa 2 ore dopo la semifinale, in programma alle 3.00.

“Se sono qui è perché tutto è sotto controllo e i riscontri degli ultimi giorni, fisici e tecnici, sono stati positivi – racconta Jacobs a La Gazzetta dello Sport – L’infortunio di Stoccolma è stato smaltito gradualmente, anche se a volte mi limita ancora, come se corressi col freno a mano tirato. Più che muscolare è alla schiena, eredità di un fastidio che ho sin da bambino. Per fortuna si fa sentire più lontano dalla pista che in pista. Voglio giocarmi le mie carte come all’Olimpiade e ai Mondiali indoor, con la determinazione necessaria per fare il miglior risultato possibile. Non ho rimpianti, rifarei tutto quel che ho fatto e presentarmi da campione olimpico è un onore. Non penserò a Kerley, agli altri avversari, ai ranking, al cronometro: solo a me stesso. E vada come vada”.

“Marcell sta bene – conferma al quotidiano sportivo l’allenatore Paolo Camossi – ed è sereno: questo periodo è stato importante anche psicologicamente”. Una delle difficoltà maggiori visto lo stato fisico non ancora al 100% di Jacobs potrebbe essere la vicinanza dei turni. “L’intenzione è affrontare il primo con tranquillità – prosegue Camossi –facendo il minimo necessario per superarlo, senza sciupare inutili energie. L’importate per Marcell sarà correre sciolto, decontratto e fluido, come lui sa fare. Poi faremo il punto della situazione. Se avrà qualche remora non sarà semplice. Viceversa, se si sentirà al meglio, saprà come impensierire tutti. Se arriverà in finale, non vorrei trovarmi nei panni degli altri sette. La sua sola presenza incuterebbe timore, perché negli ultimi due anni, tra Torun, Tokyo e Belgrado, ha dimostrato che quando conta sa dare il 110%“.

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