Povero Pd, “ha perduto la compagna”.
E sì, nonostante la ditta del Pd cerchi di minimizzare e far finta di niente, l’alleato strutturale voluto da Letta e Bettini sta volando in solitario verso l’oblio del narcisismo del suo “segretario” Giuseppe Conte.

Sono lontani i tempi in cui le sodali di Conte denigravano Renzi e compagni perché aveva avuto l’ardire di mettere in crisi il governo Conte. Una crisi che però aveva delle motivazioni chiare e che soprattutto vedeva i tre rappresentanti di Italia Viva nel governo dimettersi senza ambiguità. I grandi “leader” del Pd gridavano: “O Conte o il voto”, “Conte il punto di riferimento dei progressisti”, “il Pd ha un solo nome per il governo: Giuseppe Conte”. Che bei momenti di amore e passione thailandese!

Poi è successo che Conte non aveva né numeri né capacità di governare e pian piano il bluff è stato scoperto. Un signor nessuno senza arte e né parte! Ma questo lo sappiamo da tempo e lo ha detto soprattutto lo stesso Beppe Grillo.

Oggi però a me interessa analizzare il Partito democratico e più precisamente la sua classe dirigente che sembra sempre più sparita e nascosta. Da quanto Zingaretti si è dimesso accusando il suo partito di pensare più alle poltrone che alla crisi economica e alla pandemia, tra i “democratici” è sparita ogni vera discussione. E’ stato nominato un segretario, Enrico Letta, che non è passato per le primarie ma fra accordi di assemblea di partito. Da quel momento non si è parlato più di congresso e di primarie. Ma soprattutto nessuno osa più aprire vere discussioni e dibattiti.

Basta andare indietro al tempo in cui il segretario del Pd, regolarmente eletto alle primarie, era Matteo Renzi. In quel periodo la ditta si comportava come un partito di opposizione, usando toni e modi più duri e rancorosi di un reale partito antagonista ai dem. Oggi silenzio. Per prima cosa, nessuno chiede il congresso. In un momento in cui i resti del Movimento 5Stelle e del suo “leader” continuano a creare problemi al governo Draghi e al Paese di cose da dire ce ne sarebbero. Ma nulla.
Qualche dichiarazione sporadica di qualcuno ma tutti nascosti e zitti. La paura di non essere ricandidati è fortissima, fa perdere la voce. Spettacolo pessimo.

L’unica cosa che era rimasta al Pd era la sua dialettica interna, molte volte esagerata ma utile. Ora siamo all’estremo opposto. Il Pd continua a far da stampella ad un Movimento inesistente e destinato al controllo completo di Di Battista. Un Pd che è completamente l’ossimoro di se stesso. Galleggia lì in cerca di fantomatici sondaggi positivi, ossia un 20 per cento destinato a sparire in campagna elettorale. E cerca di nascondere la testa sotto la sabbia mentre Conte continua a creare caos e confusione. Il tutto mentre Putin continua la sua guerra criminale e ordina ai suoi burattini europei di agire in sua difesa.

E il Pd che fa? Guarda e sta zitto. Una vergogna.

Ed è impossibile che, uscito Renzi dal Pd, non siano rimasti uomini e donne col coraggio o l’onestà intellettuale di parlare e criticare Letta e il suo operato.
E’ assurdo che nessuno si svegli e dica in modo chiaro che il Pd non può stare con un Movimento 5Stelle destinato a Di Battista e alle sue posizioni contro l’Occidente, l’Europa e il buon senso. E’ assurdo che non ci sia un dirigente del Pd che si alzi in piedi e chieda con urgenza un congresso per l’elezione di un vero segretario. E’ assurdo che nel Pd non ci sia più coraggio e visione politica.

Alla fine il Pd si ritroverà per l’ennesima volta a rinnegare se stesso. Ma chi lo diceva era troppo di “destra” e troppo avanti con i tempi.

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