Tanto era bello quel gol che nell’immediato la maglietta era passata in secondo piano. Un cucchiaio delizioso a Peruzzi dalla trequarti, che porta la Roma sul 5 a 1 nel derby e i romanisti in visibilio totale. Il 10 marzo 2002 quel “Sei Unica” sulla maglietta di Francesco Totti era tutt’altro che scontato, ma era il momento esatto in cui cominciava il binomio “Totti e Ilary”. Una coppia quasi scontata, stereotipata a inizi anni duemila quando calciatore faceva inevitabilmente rima con velina. Sulla cresta dell’onda Totti, all’epoca fresco vincitore dello storico scudetto giallorosso e speranza di tutta l’Italia calcistica di cui era il rappresentante più talentuoso. Giovanissima Ilary, 21enne letterina di Passaparola. Ma è uscita dal cliché della coppia bella e patinata quasi subito il duo Totti – Blasi, con l’aria un po’ scanzonata e buffa che ben presto gli vale l’etichetta di “Nuovi Sandra e Raimondo”. Già quando Ilary confessò che quella maglietta, nell’immediato, non l’aveva neppure notata e gliel’aveva segnata chi era con lei all’Olimpico.

Un’unione forte, insomma, che si vede anche in campo: era incinta di Christian Ilary sugli spalti dell’Olimpico quando sempre in un derby Totti dopo un gol simula un parto in campo. E poi il gesto del ciucciotto, che dopo la nascita del primogenito, nel 2005, ha accompagnato Totti per tutta la bella, bellissima stagione culminata con la vittoria del mondiale 2006, passata per il pollice succhiato dopo il gol all’Australia agli ottavi. E anche oltre: la coppia di figli ne ha avuti altri due, Chanel e Isabel. Un gesto solo per i bimbi? No: “Ilary lo fa ogni volta che è concentrata, è un omaggio alla donna che amo” spiegò Totti.

Ed era “Sempre Unica” Ilary Blasi nel 2011, quando Totti le ribadisce il concetto con un’altra maglietta e sempre in un derby in cui aveva appena firmato una doppietta. E non sarà memorabile quanto l’ “Irina te amo” dell’ex compagno Batistuta, ma nel 2016 anche Totti dedicò un “Ilary ti amo” alla moglie dopo una doppietta al Torino. Non che la presenza di Ilary Balsi si sia limitata all’accompagnamento sugli spalti in favore di fotografi, anzi: basti ricordare l’ultima fase da calciatore di Francesco Totti, quando pur essendo spesso decisivo l’allora allenatore giallorosso Spalletti anche a costo di inimicarsi tout court la tifoseria romanista utilizzava “Er Pupone” solo part time.

Ilary, che all’epoca da letterina era già diventata conduttrice affermata, non esitò a definire l’allenatore toscano “un piccolo uomo”, con la pace celebrata qualche tempo dopo con Spalletti che regalò una riproduzione della Delorean a Francesco e una copia del singolo “Piccolo Uomo” a Ilary. E c’era Ilary, ovviamente, accanto a Francesco nel giorno dell’addio al calcio, nel giorno di “ora ho paura” e di “Speravo de morì prima”. E dallo striscione celebre alla serie che ne è scaturita, che ha raccontato la vita e la carriera di Totti dando ovviamente ampio spazio a Ilary, che pure si è esposta per difendere miniserie e attori dalle critiche che ne erano scaturite: “Alcuni volevano i sosia. È una storia: devi trovare il sapore. E c’è”, disse…senza lesinare (ancora) una battuta al vetriolo su Tognazzi/Spalletti “In ogni racconto c’è un antagonista e lui è perfetto”. Fino all’epilogo, a vent’anni da quel “Sei Unica”.

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