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NGL, volete mandare un messaggio anonimo su Instagram? Ecco l’app che sta spopolando ma attenzione ai messaggi ‘dannosi’ (e alle funzioni a pagamento)

Quando si parla di social non si può oggi non parlare di privacy e di sicurezza. L’anonimato ovviamente non aiuta e, anzi, peggiora la situazione. I messaggi potrebbero toccare temi delicati per l’utente e, a detta di alcuni, rendere più facili molestie e razzismo

di Luca Guarneri

Avrete notato che su Instagram negli ultimi giorni compaiono storie particolari con un link e un messaggio preciso? “Fammi una domanda anonima”. Ebbene sì: questo è l’ultimo trend del momento: NGL. Il meccanismo è molto semplice: quante cose avremmo voluto dire ad una persona senza però avere mai il coraggio per farlo? Ora è possibile. Cliccando il link infatti si viene rimandati ad una pagina anonima dove è possibile scrivere il proprio pensiero nei confronti della persona in questione che, a sua volta, potrà rispondere pubblicamente attraverso le storie del suo profilo. Non che sia una novità, diciamolo. NGL, acronimo in inglese di “Not gonna lie” (“non dirò mai una bugia”), ricorda molto le funzionalità di Ask.fm e la più recente Tellonym. Anche in questo caso, una volta scaricata l’applicazione per iOs o android, bisogna iscriversi collegando il proprio account Instagram. A quel punto il sistema genererà un link che sarà collegato al nostro account e permetterà ai follower di interagire con noi. Attenzione: come ogni social che si rispetti esiste anche una funzionalità a pagamento che ci permette di ottenere qualche indizio in più riguardo la persona che ci ha contattato in modo anonimo. Della serie “ognuno si lava i panni sporchi in casa” ma neanche troppo. Inutile dire che l’applicazione è balzata al primo posto delle classifiche dei download. In Italia infatti attualmente NGL si trova al primo posto nella categoria Stili e tendenze. Un vero e proprio fenomeno a livello mondiale: secondo Apptopia l’app è stata scaricata da oltre 7 milioni di utenti solo nel mese di giugno.

Ngl, i primi problemi legati alla sicurezza

Quando si parla di social non si può oggi non parlare di privacy e di sicurezza. L’anonimato ovviamente non aiuta e, anzi, peggiora la situazione. I messaggi potrebbero toccare temi delicati per l’utente e, a detta di alcuni, rendere più facili molestie e razzismo. Va ricordato infatti che Ask.fm fu accusata in America di aver contribuito a spingere alcuni adolescenti al suicidio a causa della mancanza di filtri nei messaggi ricevuti. Sulla base di questo, infatti, NGL ha tentato di attutire il colpo mettendo a punto un’intelligenza artificiale per la moderazione dei contenuti. Ecco come tranquillizza gli utenti il sito: “Per garantire la sicurezza dei nostri utenti utilizziamo una delle migliori intelligenze artificiali per la moderazione dei contenuti. Il nostro algoritmo può rilevare il significato semantico degli emoji e il nostro web scraper estrae esempi specifici di uso contestuale di emoji. Ciò significa che rimaniamo aggiornati sui trend, comprendiamo il gergo e sappiamo come filtrare i messaggi dannosi”. Per questo motivo quindi questa app dovrebbe bloccare il messaggio senza neanche mostrarlo all’utente. Sarà vero? Secondo un articolo di Nbc non sempre. La testata statunitense infatti ha mostrato quanto l’intelligenza artificiale sia in grado di bloccare emoji non consone al linguaggio comune ma, al contrario, non riesca a fermare messaggi con bodyshaming o bullismo come ‘sei un perdente’. Per quanto riguarda la lingua italiana invece, secondo un test condotto da Repubblica, la situazione si fa ancora più seria. Pare infatti che il sistema (basato sulla lingua inglese) non sia in grado di riconoscere insulti e oscenità legate al linguaggio dell’utente. L’unica soluzione? Cliccare il tasto in alto a destra per richiedere la segnalazione del profilo e il conseguente blocco.

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