di Derek

Viaggiando da anni per lavoro, specialmente negli Stati Uniti, ho una certa dimestichezza con Uber. Iniziai ad usarlo durante una fiera a Las Vegas. Arrivato a notte fonda in aeroporto presi il taxi per l’hotel. Il solito tragitto tra terminal e Strip, una decina di chilometri, che già diverse volte avevo fatto. A destino l’autista mi chiese 38 dollari come mostrava il tassametro. Solitamente ne spendevo tra i 15 e 20; mi ero accorto che aveva allungato la strada, turista straniero, notte fonda: ci ha provato. Ero talmente stanco che non persi tempo a discutere inutilmente, pagai con la carta di credito (almeno quella la prendono sempre), entrai in stanza e complice il jet-lag scaricai l’applicazione e creai l’account. Da quella volta raramente quando è presente Uber uso i taxi.

Chi ha usato il servizio può facilmente capire la serie di motivi:

1) La cosa principale è che sai prima di prenotare la corsa quanto spenderai (potendo scegliere tra diversi servizi tra cui alcuni davvero super economici come le corse condivise). Questo assicura anche, tra l’altro, che l’autista faccia sempre la strada più breve;

2) Si paga con la carta di credito associata all’app, non c’è scambio di denaro, pretesa di mance (che puoi dare sempre tramite l’applicazione) o sorprese dell’ultimo;

3) Si prenota la “presa” con l’app nel punto in cui ci si trova;

4) Quasi sempre ho trovato auto più nuove e pulite;

5) Il sistema delle recensioni che incentiva l’autista a essere cordiale e veloce;

6) Report dei viaggi via mail, molto utile per esempio quando si viaggia per lavoro per la compilazione delle note spese. (Credo tra l’altro che sia disponibile l’integrazione con i servizi on line usati da molte aziende per le note spese).

Viaggiando molte volte da solo mi è capito di chiacchierare con agli autisti e indagare come la comparsa di Uber sia stata vissuta nel loro territorio, scoprendo che, come sempre, c’è stata la rivolta dei taxi; cosa che ovviamente non ha impedito l’introduzione del servizio (compresi i concorrenti come Lyft) e la convivenza. Mi è addirittura capitato di conoscere anche driver che lavoravano per le compagnie dei taxi e arrotondavano con Uber. Ovviamente non sarà tutto rose e fiori, ma mi sono sempre sembrati contenti di come venivano trattati e pagati.

Qualche soluzione per privilegiare i taxi in America è stata adottata. Per esempio la zona pick-up negli aeroporti non è la stessa dei taxi (che è immediatamente fuori dal terminal), spesso devi camminare un po’ per arrivarci, magari fino al parcheggio multipiano; stessa soluzione che ho visto anche in molti hotel e centri commerciali.

Si deve certamente lottare per i propri diritti, specialmente se si è pagata una licenza molti soldi, tuttavia la storia insegna che non ci si può opporre al progresso. La strada credo debba essere quella di cavalcarlo, rendendosi a propria volta concorrenziali in termini di servizio, professionalità e, se possibile, innovando a propria volta.

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