“Siamo in attesa di un riscontro politico e di un avvio delle azioni necessarie ad attuare le indicazioni, che finora non è giunto. Siamo molto preoccupati”. A lanciare questo appello al ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, è il gruppo di lavoro, nominato dallo stesso inquilino di viale Trastevere il marzo scorso per elaborare le indicazioni per il contrasto della dispersione e il superamento dei divari territoriali, nell’ambito dell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sette nomi di “peso”: Ludovico Albert, Marco Rossi Doria, Franco Lorenzoni, Andrea Morniroli, Vanessa Pallucchi, don Marco Pagniello, Chiara Saraceno. Poco più di un mese fa il ministro Bianchi era proprio a Napoli con Rossi Doria, presidente di “Con i bambini” e portavoce campano del forum del Terzo Settore, a celebrare in pompa magna la firma del “Patto educativo per la città metropolitana di Napoli”: un accordo siglato dal ministero della Giustizia, dipartimento giustizia minorile e di comunità; dal sindaco di Napoli; dal presidente della Regione Vincenzo De Luca; dal vescovo e dal prefetto del capoluogo campano.

Ora la luna di miele con Rossi Doria ma anche con gli altri membri del gruppo di lavoro è finita. “Siamo consapevoli – spiegano gli esperti nel documento-appello – dell’attesa per un investimento che deve raggiungere, presto e bene, scuole che hanno saputo resistere con competenza e passione in anni di grave disinvestimento e territori colpiti da crescente povertà educativa. Non abbiamo ricevuto una risposta ufficiale su un programma di investimento educativo a sostegno dei soggetti e delle situazioni più fragili, che fa tesoro dell’esperienza”.

Saraceno e gli altri hanno prodotto un documento dettagliato di 36 pagine, di cui 20 con puntuali indicazioni e raccomandazioni operative secondo quanto previsto dall’investimento 1.4 della misura quattro del Pnrr, e ulteriori 16 pagine, elaborate al fine di “non ripartire ogni volta daccapo” contenenti la mappatura dei principali interventi attuati sul fallimento formativo negli ultimi cinque anni. Da marzo a oggi hanno ascoltato in audizione il presidente dell’Invalsi e tanti dirigenti scolastici impegnati al Nord, al Centro e al Sud, da anni, in territori di esclusione sociale e povertà educativa. “Il tutto, – sottolineano Lorenzoni, Pallucchi e i restanti – comprensivo di puntuali indicazioni operative, organizzative e gestionali secondo un’articolazione per target di interventi, esiti attesi e criteri di monitoraggio e valutazione di impatto è stato consegnato sia nella forma estesa sia in forma sintetica al ministro” ma nulla da fare.

Bianchi non si è fatto più vivo. Franco Lorenzoni, maestro, è adirato; al Corriere del Mezzogiorno ha spiegato: “Le idee ci sono. Il ministro fa e disfa commissioni di continuo, chiede documenti e poi non dà alcun riscontro. È un peccato”. Resta la speranza che dopo questa denuncia pubblica il professore ferrarese si faccia sentire: “Auspichiamo che nei prossimi giorni avremo la conferma dell’adozione, in ogni sua parte, di una prospettiva strutturale che, su un tema di grande criticità per l’Italia e soprattutto per centinaia di migliaia di bambini e ragazzi, dà una risposta a scuola e insegnanti, enti locali, civismo educativo del terzo settore italiano”.

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