“A me pare che sputi sul piatto in cui mangia! Mi aspetterei che si ritiri dall’esame… troverà sicuramente scuole migliori per il suo percorso di studi”; “Cosa non si fa per avere cinque minuti di notorietà! Che fenomeno!”; “L’epiteto, come un boomerang, ricade su se stesso! Evidentemente si sente protagonista e campione della sua idea di scuola di cui è espressione di cattiva educazione e di immaturità!”; “Una volta sarebbe andato in giacca e cravatta all’esame di maturità, pena l’esclusione! Ben vengano norme più severe!”; “Una pessima provocazione che non corrisponde al vero oltretutto! Mah senza senza parole!”; “Dimostra una tale immaturità che io gli farei ripetere l’anno! Magari matura”; “Se fosse ancora un esame di maturità sarebbe da spedire subito a casa”; “Hai avuto il tuo unico giorno di gloria. Ora vai a letto, prima fai la pipì”; “Ha ottenuto quello che voleva: risalto mediatico! e noi “geni” a concederglielo”; “Lui rappresenta al meglio ciò che non funziona: nessun rispetto per l’istituzione e genitori da rieducare”.

Questi sono solo alcuni delle centinaia di post e dei messaggi che tanti adulti, insegnanti e presidi hanno lanciato contro Francesco Intraguglielmo, il 19enne che alla prima prova della maturità si è presentato con indossa una maglietta con scritto “La scuola italiana fa schifo”.

A me fanno schifo pure gli adulti che se la sono presa con Francesco. Questa generazione di giovani alla quale i “grandi” (siamo sicuri che lo siano?) lasciano, per la prima volta, un mondo peggiore di quello vissuto da loro ora si permette anche di voler mettere a tacere un ragazzo che “si permette” di dire la sua. Cosa ha detto Francesco di così sconvolgente? Forse non fa schifo una scuola che ha un tasso di abbandono scolastico tra i più alti in Europa? Forse non fa schifo una scuola che non garantisce a tutti i nidi, le scuole dell’infanzia, le mense e il tempo pieno? Forse non fa schifo una scuola dove i laboratori di tecnologia hanno personal computer vetusti e insufficienti? Forse non fa schifo una scuola dove un dirigente può, come un monarca, decidere tutto o quasi? Forse non fa schifo una scuola che, appena terminato il periodo di emergenza, è tornata a fare riunioni in presenza buttando a mare tutto quanto appreso? Forse non fa schifo una scuola dove i giovani italiani sono tra gli ultimi posti per competenze digitali? Forse non fa schifo una scuola dove gli studenti non hanno mai diritto di parola fin dalla primaria?

L’elenco potrebbe continuare per pagine e pagine. Invece di difendere l’indifendibile, di mettere ancora pezze a un vestito sgualcito, di buttare la polvere sotto il tappeto perché non si ha il coraggio di ascoltare un giovane che ha il coraggio (sì proprio quello) di far sentire la voce degli studenti? In uno dei prossimi collegi docenti porterò anch’io la maglietta indossata da Francesco. Facciamolo in tanti. Non lasciamo solo questo ragazzo. Non lasciamo soli i nostri giovani.

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