Il ministero dell’Istruzione ha avviato una procedura di approfondimento per ricostruire i contorni della vicenda di Cloe Bianco, professoressa transgender di 58 anni. La donna era originaria di Maracon (Venezia) e sabato 11 giugno è stata trovata carbonizzata all’interno del suo camper, abbandonato in mezzo ad un bosco tra Auronzo di Cadore e Misurina, località montane del Veneto. Ad oggi ha suscitato molto scalpore e la reazione da parte di diversi personaggi pubblici, tra cui il ministro del Lavoro Andrea Orlando e Pino Tauri, segretario generale della Uil Scuola.

Faceva l’insegnante di fisica e dai suoi studenti è descritta come preparata e disponibile. Cloe è nata come Luca, ma un giorno di sette anni fa si presentò in classe vestita di abiti femminili. Dopo aver spiegato il motivo della sua scelta, gli comunicò come volesse essere chiamata da quel momento. Fu a quel punto che il padre di un alunno scrisse una lettera ad Elena Donazzan, che all’epoca ricopriva l’incarico di assessore regionale all’Istruzione. Ma il preside della scuola, secondo quanto raccontano alcuni testimoni dell’epoca, si schierò al fianco della sua docente. Le polemiche, però, furono talmente forti che alla fine si decise per una sospensione di tre giorni dall’insegnamento e successivamente l’insegnante venne spostata a ruoli di segreteria nell’istituto Mattei di San Donà di Piave (Venezia) e in diverse scuole del Veneto. Cloe fece ricorso, ma perse la battaglia davanti ad un giudice del lavoro.

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando si è espresso sulla morte della docente con un lungo post, dichiarando che sia “inaccettabile che in Italia una lavoratrice o un lavoratore subisca discriminazioni sul luogo di lavoro per la propria identità di genere, così come per qualsiasi altro elemento della propria identità sessuale o per tutto ciò che non ha a che fare con la prestazione lavorativa”. Facendo sapere a chiunque si trovi in situazioni di questo tipo e si sente frenato dalla paura di perdere la propria occupazione che il ministero del Lavoro è dalla loro parte. Continua Orlando: “Il camper in cui Cloe viveva e dentro il quale ha deciso di porre fine alla sua vita, è anche il perimetro dei nostri pregiudizi, della nostra superficialità, della scommessa che si perde quando scegliamo il disprezzo per compiacere l’ignoranza”.

Per Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola “il ministero dell’Istruzione è colpevole in quanto complice di quanto accaduto: ha sospeso Cloe Bianco dall’insegnamento, mettendola a lavorare nelle segreterie, non ritenendola più in grado di insegnare e colpendola come fosse una malata sociale” Al contrario la scuola dovrebbe “garantire la libertà e aprire le menti”.

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