Durissimo confonto a “L’aria che tira” (La7) tra l’artista Moni Ovadia, da una parte, e i giornalisti Antonio Caprarica, Augusto Minzolini e Fabrizio Roncone, dall’altra.
Il dibattito è incentrato sulla guerra in Ucraina e, in particolare, sulle polemiche scatenate dalle affermazioni fatte contro Joe Biden dallo storico Franco Cardini in una diretta video con Alessandro Di Battista.
Se i tre giornalisti sono in sintonia, Ovadia è totalmente agli antipodi: “La categoria della complessità, che qui viene respinta, anima invece gran parte degli studiosi statunitensi delle più grandi università, che fanno analisi complesse e attribuiscono all’Occidente pesantissime responsabilità. Quindi, non è giusto portare tutto alla semplificazione, perché altrimenti possiamo cacciare i grandi professori e gli studiosi che dedicano la loro vita alle analisi geopolitiche e sostituiamoli coi giornalisti italiani”.

La conduttrice Myrta Merlino obietta che la complessità delle analisi occidentali non devono essere un alibi per giustificare Putin, ma Ovadia rilancia: “Anche noi, semplificando, abbiamo sparato addosso agli altri. Ti ricordo l’Iraq e l’Afghanistan. Ti ricordo che Erdogan e la Nato massacrano i curdi adesso. Ti ricordo che gli yemeniti vengono massacrati dall’Arabia Saudita, alleato dell’Occidente, con armi occidentali. Non facciamo finta che siamo i buoni e gli altri i cattivi. Noi siamo solo più furbi, non più buoni”.
Prende la parola Caprarica che premette sarcasticamente: “Non so se posso parlare, perché Ovadia ha detto che noi miserabili pennivendoli dovremmo tacere e che va lasciato il microfono ai professoroni e, immagino, anche agli attori. Mi permetto di osservare che, nonostante ci siano i professoroni, ci sono anche i fatti che, come diceva qualcuno, hanno la testa dura. Uno può fare anche sensazionalismo o un titolo dicendo che Biden è l’aggressore, ma chiunque abbia buona fede e onestà intellettuale sa perfettamente chi è l’aggredito e chi è l’aggressore”.

Caprarica rincara: “In questa discussione, che trovo francamente stucchevole, la cosa per me sbalorditiva è che l’Italia è l’unico Paese europeo in cui c’è questo dibattito pubblico. Solo qui ci sono pezzi importanti del mondo politico e di una intellighenzia sempre pronta a schierarsi per le buone cause, che siano gli iracheni o i curdi o i palestinesi. E per loro gli ucraini non sono una buona causa: gli ucraini possono tranquillamente morire perché ci sono quelli prima di loro e che muoiono negli altri angoli del mondo – continua – Quindi, che muoiano anche gli ucraini. Il nostro Paese è ancora profondamente impregnato di una cultura anti-occidentale e di un anti-americanismo di maniera risalente agli anni ’70. E non ha ancora assorbito la nostra appartenenza a un’alleanza e ai doveri impliciti di un’alleanza. Certo, è molto più comodo dire che l’aggressore è Biden: facciamo sensazione, strappiamo un titolo e buonanotte”.

A Caprarica fanno eco Minzolini e Ronconi, ma Ovadia ribatte: “Ho sempre detto come premessa che io nella Russia di Putin starei in galera. Al di là di questo, che si vuole qui? Si vuole cancellare il pensiero critico? È questo che vogliono i miei interlocutori? La realtà è una e le interpretazioni della realtà sono diverse. E anche le vostre, signori, con tutto il rispetto, sono interpretazioni. Nessuno è padrone della realtà e della verità. In caso contrario, sapete dove si va a finire? Si va a finire al fascismo”.

Articolo Precedente

Lista di proscrizione, Caracciolo a La7: “Quadro triste delle nostre istituzioni: chi ha titolo di stabilire ciò che è vero e ciò che è falso?”

next
Articolo Successivo

Lista di proscrizione, Urso (Copasir): “È semplice report”. Ma Floris: “No, è una rassegna stampa sulle opinioni non allineate all’atlantismo”

next