“Stiamo vivendo un clima in cui si lascia intendere che siamo in guerra, ma in realtà non siamo in guerra. Punto. Stiamo dando una mano all’Ucraina per difendersi da un’aggressione. Ma questa comunque è una curiosa guerra: Zelensky parla con tutti e i leader politici si telefonano ogni giorno. Poi uno qui non può dire la sua qui in Italia? Ma siam fuori?“. Così, a “Dimartedì” (La7), si esprime il deputato di LeU, Pier Luigi Bersani, sulla lista di ‘putiniani’ pubblicata dal Corriere della Sera, aggiungendo un’osservazione critica sul Copasir: “Questa non è una roba da Copasir e da servizi segreti. Dovrebbero intervenire a riguardo i presidenti di Camera e Senato. Il Copasir ha il compito di vigilare che gli apparati di sicurezza stiano dentro la Costituzione e le leggi. Punto, perbacco”.

Bersani poi risponde all’editorialista della Stampa, Marcello Sorgi, che gli fa notare come la posizione del leader della Lega Matteo Salvini sia in linea con quella di Articolo Uno e di Giuseppe Conte: “Noi abbiamo una storia alle spalle. Lei non mi può sbattere insieme a Salvini, io non ho mai detto che darei due Mattarella per un Putin. E non mi può sbattere insieme a Berlusconi, io non ho mai scambiato letti a baldacchino e coperte con Putin“.
E citando l’ode ‘Il cinque maggio’ di Alessandro Manzoni, chiosa: “Io sono proprio esente da servo encomio e da codardo oltraggio”.

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