Difendo io Travaglio”. Così, a “L’aria che tira” (La7), Tommaso Cerno, giornalista e senatore del Pd, replica alla conduttrice Myrta Merlino e al deputato di Italia Viva Gennaro Migliore, che accusa il direttore del Fatto Quotidiano di adottare lo stesso metodo stigmatizzato per il Corriere della Sera circa la lista dei filoputiniani “attenzionati” dai servizi segreti.
Cerno rivendica la libertà di Marco Travaglio di esprimere le sue opinioni: “Capisco che in questo Paese ormai non c’è più differenza tra istituzioni, vertici dei servizi segreti, capi della Polizia e giornalisti, ma in democrazia un giornale si assume le proprie responsabilità civili e penali e svolge una critica e un dovere di critica che è legittimo nella sua professione. Che questo, però, venga fatto da forze di Polizia e apparati dello Stato è una cosa diametralmente opposta”.

L’ex direttore dell’Espresso cita anche l’editoriale odierno di Filippo Facci e chiosa: “I giornali vengono utilizzati per pubblicare liste di proscrizioni, che provengono da apparati dello Stato. È di una gravità assoluta per chi difende la democrazia inviando armi e non è in grado di tutelare la propria con la separazione dei poteri e degli ambiti di appartenenza. Il problema è che siamo diventati di nuovo dei curvaroli. La frase nobilissima di Angela Merkel, “Mi domando dove abbiamo sbagliato”, in Italia non la si sente dire da nessuno. Ma, insomma, qua sembra che il putiniano sia Orsini e non quelli che sono andati 1000 volte a Mosca e con Putin hanno scritto trattati, ci sono andati a cena e hanno inaugurato le Olimpiadi. Questa è la follia”.

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