“Noi spingiamo per la pace, anche una pace che non sia completamente giusta, perché una pace non completamente giusta è meglio della guerra. La continuazione della guerra è un disastro”. Enrico Letta usa il tour elettorale nelle Marche per marcare un’altra tappa del progressivo distacco dal verbo di Nato e Usa. Già il mese scorso il segretario del Pd aveva aggiustato la rotta – rispetto all’adesione incondizionata alle posizioni atlantiche mostrata nella prima fase della guerra – con una lunga intervista al Corriere della Sera, in cui sosteneva la necessità di “non farsi guidare dagli Usa” perché “la guerra è in Europa e l’Europa deve fermarla”. “La continuazione della guerra è un disastro e da parte nostra deve esserci un fortissimo impulso“, ha detto Letta venerdì sera, durante un’iniziativa a Fabriano. “Ma per fare questo occorre che i politici si dimentichino i sondaggi. Se i leader politici e i partiti agiscono su una vicenda che riguarda la vita o la morte, la pace o la guerra, pensando ai sondaggi, questo significa la fine della buona politica. Occorre agire sulla base dei principi e dei valori, che alla fine sono quelli che vinceranno”.

La mattina dopo, a Jesi, ha ribadito: “Bisogna far di tutto perché l’Europa unita riesca a convincere o costringere Putin a fermarsi e si riesca ad arrivare a una pace, anche se non completamente giusta”. Ricordando che questo concetto, “meglio la pace non giusta della guerra”, fu espresso dopo gli accordi di Dayton dal presidente bosniaco Alija Izetbegovic, “che pure era sotto attacco ed era la vittima“, puntualizza Letta. “Adesso – spiega – è fondamentale raggiungere l’obiettivo della pace”. Un messaggio rivolto a Zelensky? “Un invito a tutti quelli che in questo momento stanno tentando di trovare soluzioni di pace“, risponde l’ex premier. “Credo che continuare una guerra che oggi sta facendo solo morti sia negativo per tutti. È evidente che l’obiettivo è quello di fermare Putin e l’invasione russa e questo passa attraverso un’Europa unita”.

Il segretario dem ha commentato anche il veto ungherese alle nuove sanzioni contro il patriarca Kirill: “Quei Paesi che si oppongono alle sanzioni sono gli stessi che teorizzano che si debba lasciare il diritto di veto, che è poi l’idea dei sovranisti. Questa è la logica che sta dietro al diritto di veto del primo ministro ungherese Viktor Orbán, che si è rivelato di fatto il miglior alleato di Putin in Europa, che sta facendo il lavoro sporco per Putin in Europa. Orban su ogni decisione impegnativa che prende l’Europa, è sempre contro l’interesse generale dell’Europa, usando il suo diritto di veto”, ha attaccato. E sul progetto – poi abortito – di una missione a Mosca del leader leghista Matteo Salvini, che ha incontrato più volte l’ambasciatore russo in Italia, ha detto: Qualunque iniziativa estemporanea di divisione o altro ha un grande fan che si chiama Putin che non aspetta altro che vedere gli europei divisi, gli italiani divisi. Penso che Salvini sia fatto male da solo e abbia fatto male all’Italia con questa strampalata iniziativa“.

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