Lo spread raggiunto oggi i 213 punti, il valore più alto da oltre 4 anni, per poi chiudere a 212. Il differenziale di rendimento tra titoli di Stato decennali italiani e tedeschi è salito soprattutto a causa dell’aumento dei tassi dei Btp che hanno superato il 3,4% con un incremento di 11 punti base (lo o,1%) rispetto a ieri. Il rendimento dei bund è salito a sua volta ma solo di 4 punti, collocandosi all’ 1,27%. L’ampliamento dei differenziali è stato generalizzato ma l’incremento italiano è stato più marcato. I rendimenti dei titoli decennali spagnoli sono, ad esempio, saliti di 6 punti a 2,43%. Nell’ultimo anno i rendimenti italiani sono salito del 2,5%, quelli spagnoli dell’1,97%, i francesi dell’1,6%.

Questi valori indicano anche la percezione del livello di rischio che gli investitori attribuiscono ai diversi paesi. L’Italia, con un debito che supera il 130% del Prodotto interno lordo, è più esposta alle turbolenze finanziarie e alle politiche monetarie restrittive avviate dalle banche centrali. Se protratto nel tempo, l’incremento dei tassi è destinato a gravare sulle finanze pubbliche. Come ovunque, man mano che i titoli di Stato arrivano a scadenza vengono rinnovati con nuove emissioni che dovranno però offrire interessi più alti per essere acquistati dagli investitori. Ogni anno l’Italia paga in interessi sul suo debito alcune decine di miliardi di euro. Condizioni monetarie particolarmente favorevoli avevano ridotto l’esborso da 70-80 miliardi di euro a 50-60. In una giornata semi festiva con scambi ridotti Piazza Affari ha chiuso in calo (-1,06% a 24.166 punti), peggio delle altre borse europee.

“Le oscillazioni dello spread non devono essere considerate più di quello che sono: un segnale dei mercati, ma piuttosto contenuto. Quello che dobbiamo tenere in considerazione è che l’Italia è uno dei sei Paesi europei ad alto debito. Il problema è il livello debito che può creare instabilità nei mercati”, ha commentato Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia. “L’Ue dice che dobbiamo stare attenti a fare incrementi non giustificati permanenti della spesa corrente. Questo ci porterà nelle prossime settimane, subito dopo l’estate, ad aprire la discussione sul percorso di riduzione del debito e quindi sulle nuove regole del patto di stabilità”, ha aggiunto. Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha affermato che “L’Italia ha due problemi: la dipendenza dai mercati dell’energia e l’altro è il debito pubblico. La spia che si chiama spread è sensibile alla politica di bilancio che si fa. Una politica troppo rilassata apre la coperta corta sul tema debito. I costi che stiamo pagando sono danni di guerra. E quindi i danni si pagano con debiti di guerra. LEuropa, come ha fatto con il Pnrr, così deve fare con l’enorme costo per la battaglia che stiamo facendo. Si deve pagare con un debito comune europeo”

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