Alla parola “teletrasporto” gli affezionati di fantascienza penseranno subito al Capitano Kirk e al Signor Scotty della nave stellare Enterprise nella serie Star Trek, dove esseri umani, alieni e oggetti potevano essere dematerializzati e rimaterializzati a piacere anche a grandi distanze tra il punto di partenza e di arrivo. Non si tratta di risultati così “esotici”, ma certo il teletrasporto di cui giunge notizia porta comunque la fantasia in avanti verso un futuro di potenzialità comunque incredibili per tutta l’umanità. Un team di ricercatori dei Paesi Bassi, infatti della Delft University of Technology e della Netherlands Organisation for Applied Scientific Research ha riportato sulla prestigiosa rivista Nature di essere riuscito ad ottenere il teletrasporto di informazioni quantistiche tra due nodi non vicini in una rete quantistica a tre nodi.

Al di là della nube dei termini tecnici si tratta di un passo fondamentale verso la creazione di una rete internet quantistica, una rete più sicura e sorprendentemente più efficiente di quella attuale. La rete quantistica gestita dagli autori della ricerca Sophie Hermans, Ronald Hanson e dai loro colleghi ha coinvolto tre nodi chiamati Alice, Bob e Charlie collegati da fibre ottiche in linea, con collegamenti diretti tra Alice e Bob e tra Bob e Charlie, ma non tra Alice e Charlie. Il teletrasporto ha richiesto innanzitutto la condivisione di stati quantistici (e quindi di informazioni) tramite il fenomeno fisico dell’entanglement tra i nodi vicini. Si è poi passato a realizzare un’operazione di scambio quantistico al nodo centrale Bob, creando cosi un legame di entanglement tra Alice e Charlie. Grazie al legame ogni stato relativo ad Alice si riproduceva istantaneamente in Charlie, “teletrasportando” cosi le informazioni quantistiche tra di loro. È ancora presto, però, per immaginare una rete ben strutturata. Secondo gli autori, saranno necessari ulteriori miglioramenti a molteplici funzionalità del sistema per consentire più cicli di teletrasporto e per produrre reti quantistiche su larga scala.

Tuttavia si tratta comunque di un passo di grande portata che arriva nel giorno in cui è stato annunciato un nuovo studio, i cui risultati dovrebbero permettere di mitigare il numero di errori nei computer quantistici. Nello specifico un gruppo di studiosi guidato da Thomas Monz del Dipartimento di Fisica Sperimentale dell’Università di Innsbruck, Austria, ha implementato operazioni sui cosiddetti “qubit logici”, in modo tale che gli errori causati dalle operazioni fisiche sottostanti relative alle informazioni elaborate nel futuro computer quantistico possano essere rilevati e corretti.

Lo studio su Nature

Gianmarco Pondrano Altavilla

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