Qualche giorno fa, in Abruzzo, un bambino è stato allontanato dalla scuola perché non voleva rialzarsi la mascherina. Un fatto gravissimo, che segna il punto di fondo toccato dalla scuola pubblica, una scuola che, invece di coltivare spiriti critici e tutelare i diritti dei bambini, mette al primo posto l’obbedienza cieca ad un governo che emana ordini illogici, sproporzionati, inutili e dannosi. Un po’ in tutta Italia, se capitate all’uscita delle scuole, vedrete bambini imbavagliati sotto al caldo torrido, mentre i genitori li aspettano freschi e a volto scoperto. Una fotografia deprimente, che ci rende ridicoli in tutto il mondo e farebbe accapponare la pelle anche all’OMS e all’Unicef.

Altra fotografia surreale di questo paese sempre più nemico dei bambini è quella del “nonno” Draghi in mezzo agli scolaretti della scuola media Dante Alighieri di Sommacampagna (Verona): loro tutti imbavagliati, lui bello e sorridente a volto scoperto. Nessuno ha ben capito se sia stato un tacito invito a disobbedire alla paranoiche regole del ministro Speranza, o il classico atteggiamento paternalista del Capo, superiore a tutti, perfino alle sue stesse regole. Quello che è certo è che nessuno crede più che la mascherina a scuola abbia un valore sanitario. Il ministro Speranza non riesce a citare un solo dato scientifico sulla efficacia delle mascherina a scuola, né sui benefici maggiori dei rischi. D’altra parte, esiste uno studio scientifico spagnolo svolto in ambito scolastico che dimostra che l’utilizzo corrente delle mascherine non può avere nessun effetto sul contenimento del virus Sars-CoV-2.

Di contro, gravi invece sono i rischi, a livello emotivo, psicologico e fisico. Renata Tambelli, professore alla Sapienza di psicopatologia dell’infanzia, in una intervista a Repubblica disse: “Da due anni mettiamo i bambini di fronte a emozioni mascherate, questo può avere implicazioni sia a breve che a lungo termine sul riconoscimento delle espressioni e le emozioni associate. Secondo uno studio, ancora in fase preliminare, che tiene conto del ‘rebreathing’ – ovvero la valutazione della respirazione in circuito chiuso – con una respirazione libera si rileva una concentrazione 458 ppm di CO2, con l’utilizzo delle cosiddette mascherine chirurgiche ben 5.271 ppm, con le mascherine FFp2 si raggiunge addirittura la soglia di 10.143 ppm… ma già una concentrazione di 1000 ppm di anidride carbonica compromette prestazioni, la concentrazione e il benessere generale dell’individuo”.

Il ministro Bianchi, bontà sua, ha candidamente ammesso che l’unico beneficio di imporre le mascherine è quello “educativo” (quindi non sanitario). Per lui “educare alla responsabilità” equivale a perseguitare i minorenni con protocolli inutili, insensati e dannosi. Una scuola che educa ad obbedire solo per obbedire, anche agli ordini più insensati, perché lo comanda il capo. Altro che educare al pensiero critico, divergente e autonomo, altro che competenze di cittadinanza attiva, altro che soft skills, come dicono i bei programmi ministeriali, che restano solo un immenso ipocrita bla bla. Ricordiamo tra l’altro che i docenti sono obbligati a vaccinarsi e se non lo fanno sono demansionati (un vero e proprio mobbing di stato): anche questo un provvedimento punitivo, umiliante, di “messa alla gogna” dei renitenti alla leva, senza alcun valore sanitario. Tiranneggiati i docenti e tiranneggiati gli allievi.

C’è chi non ne può più e abbandona la nave della scuola pubblica alla deriva e si rifugia nelle scuole private e parentali. Ma c’è chi non vuole o non può scappare, chi non ha abbastanza soldi per pagarsi un educatore privato, c’è chi resta e resiste perché crede nel valore della scuola pubblica. La Rete delle Scuole in Presenza è una rete di genitori da tutta Italia che si sta impegnando tantissimo a difesa della scuola pubblica, per salvarla dalla tempesta perfetta. Ha promosso appelli, ha scritto lettere su lettere ai potenti. Fioccano anche le diffide da parte dei genitori, visto che obbligare i bambini alla mascherina, dentro aule torride, senza condizionatori, può causare un danno fisico diretto ai bambini.

Davide Tutino, docente di storia e filosofia al liceo Gullace di Roma, ha fatto una scelta determinata e coraggiosa, rischiando anche la denuncia penale: dal 23 maggio entra a scuola senza mascherina, e invita i ragazzi a scegliere in autonomia. “Dobbiamo coltivare il coraggio della verità, del diritto, della dignità umana.” Ma alla mascherina a scuola bisognerà opporsi anche a settembre, quando probabilmente tornerà alla carica un rinnovato terrorismo di stato. Non è più tollerabile per la salute psicofisica dei bambini e dei ragazzi, trattarli come eterni malati, come bombe batteriologiche da tenere sotto cappe di vetro. Sembra che i governanti ce la mettano tutta per crescere una generazione di ragazzi con disturbi psichici, analfabeti emotivi, buoni solo ad obbedire ciecamente. Che società stiamo creando?

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