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I camini delle fate, l’Anatolia fiabesca che ancora non conosci

Nella Turchia centro-orientale, un paesaggio naturale dove si intrecciano elementi delle culture e delle religioni che hanno scolpito la storia dell’Occidente. 

Testo e Foto di S.Meconi - Alpitour World

A volte la natura ha modi particolari di esprimersi. Può farlo con irruenza, come quella che ha trasformato Santorini da un vulcano circolare a un’isola dalla forma a virgola, oppure con il lento e costante processo erosivo, che ha generato gole, canyon e cascate.

Ci sono poi luoghi che sembrano sfuggire a ogni logica – in realtà c’è, ma è così bello credere delle fiabe – e la cui bellezza pare sedurci con esoticità e sfumature di colori che difficilmente vedremmo nel quotidiano.

I Camini delle fate in Anatolia rappresentano una delle attrazioni più piacevoli da esplorare (un verbo scelto non a caso) nella Turchia centro-orientale. Lontani dalla sfavillante Istanbul, dalla monumentale Ankara dei nuovi potenti o dalle spiagge calde di Izmir, qui il paese assume una dimensione onirica e fiabesca, tipica di una terra dove sono rimaste inalterate le visioni e le tradizioni di un tempo.

Made by Turisanda, brand del gruppo Alpitour World dedicato ai viaggi su misura, con un particolare focus sulle destinazioni storico-culturali, propone un tour guidato di 8 giorni e 7 notti in Anatolia, con tappa a Istanbul, l’antica Costantinopoli.

Noi, intanto, andiamo a scoprire Göreme e i luoghi più particolari di questa “Matera della Turchia”.

Göreme, la città delle fiabe e delle chiese scavate nella roccia

Si sente spesso dire che la Palestina sia la culla del cristianesimo, ed è proprio nel Medio Oriente che la religione di Gesù ha visto una diffusione tanto capillare quanto ‘celata’. La necessità di difendersi dalle persecuzioni, così come la ricerca di luoghi stabili della fede, fece sì che i primi cristiani trovassero rifugio nelle grotte, sistemi naturali collegati tra di loro nei quali era peraltro presente anche una funzione di regolazione climatica. Al di sopra delle grotte, la natura erosiva ha dato vita a dei veri e propri camini delle fate, ovvero a strutture rocciose dalla forma “a matita” con una parte inferiore più sottile e una superiore a punta. Non solo fate, ma anche fede: quella della Chiesa Oscura, un magnifico luogo di culto veterocristiano, con imponenti cicli di affreschi che raffigurano il Cristo Pantocratore, la vita e la Crocifissione di Gesù e gli apostoli.

Oggi Göreme è una città-monumento, situata a una decina di chilometri da Nevsehir/Nyssa. Quest’ultima, fondata dagli Ittiti e poi passata di mano agli Assiri, Persiani, i Macedoni di Alessandro Magno e infine ai Romani, fu nei primi secoli della cristianità un luogo fondamentale per la predicazione, la cui diocesi – retta anche dal futuro San Gregorio – costituì il fulcro di una religiosità ascetica e costantemente in fuga, dagli islamici nel VII secolo all’iconoclastia bizantina.

Non solo fiabe: ecco cosa vedere in Anatolia

L’Anatolia centrale, così si chiama oggi ai fini statistici, è quella regione turca che prende il nome e l’eredità storica della fu Cappadocia. Kayseri, o Cesarea, non ne è solo la capitale ma anche la città più antica, risalente a oltre 6000 anni fa. Nonostante la modernità dilagante, che ha dotato la città di stadi, ferrovie, hotel rimangono tracce evidenti delle varie stratificazioni della città, dall’antico insediamento di Kultepe fino al periodo greco-romano, bizantino e islamico.

Ankara, la capitale della Turchia, è anch’essa parte integrante dell’Anatolia ‘moderna’. Città da quasi 6 milioni di abitanti, costruita a quasi 1000 metri sul mare, non ospita solo il centro del potere e i monumenti che ricordano Ataturk, padre della Turchia contemporanea, ma anche i reperti romani del Tempio di Augusto e delle Terme di Caracalla. Fondamentale però, per comprendere al meglio l’evoluzione storico-culturale dall’Impero ottomano alla Turchia di oggi, è la visita all’Anitkabir, ovvero il mausoleo costruito nel 1953 per ospitare le spoglie di Mustafa Kemal, “Padre dei Turchi”.

La cultura selgiudica è presente in numerosi edifici, tra cui la moschea Mevlevihane Camii di Zaviye Caddesi. Costruita nel XIII secolo, ma riedificata nel 1908, è un luogo fondamentale nel quale comprendere la particolarità dei dervisci. I monaci danzanti dell’Islam, a cui si deve la tipica danza in abito tradizionale che viene eseguita in stato di trance e meditazione ascetica, si esibiscono ancora oggi in questi luoghi.

Per vivere l’esperienza del bagno turco, l’hamam Eski Kaplica a Bursa (Çekirge) è il luogo ideale, grazie a un biglietto d’ingresso particolarmente economico (circa 3,5 euro per gli uomini e 3,15 per le donne) che include anche il sapone, lo shampoo, l’accesso alla sauna e i massaggi.

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