Posti di lavoro tutti salvi, stipendi e diritti garantiti. Del resto, che i conti fossero in ordine, gli operai lo avevano sempre detto. E così evidentemente era, visto che lo stabilimento Caterpillar Hydraulics Italia di Jesi resterà in attività con gli stessi livelli occupazionali. La multinazionale ne aveva annunciato la chiusura lo scorso dicembre – aprendo tra l’altro una procedura con una condotta antisindacale – e dopo cinque mesi di vertenza è stato raggiunto l’accordo che prevede il passaggio del sito alla IMR-Industriale sud, società del settore automotive con sede a Carate Brianza e diversi stabilimenti in Italia e in Europa. I 189 dipendenti che Caterpillar voleva licenziare continueranno a lavorare e porteranno con sé tutti i loro diritti. Pericolo scampato, insomma.

“Il sito di Jesi continuerà ad essere un sito industriale con produzioni diverse ma comunque in grado di salvaguardare tutti i posti di lavoro e in futuro di prospettare la possibilità di altre assunzioni – dichiarano Mirco Rota della Fiom-Cgil nazionale e Tiziano Beldomenico, segretario generale Fiom-Cgil Marche – Lavoratori a cui è stato salvaguardato quasi tutto il loro stipendio maturato negli anni nonché i diritti normativi pregressi”. Una vertenza, rivendica il sindacato, risolva positivamente grazie alla “determinazione” dei lavoratori: “È un importante risultato che dimostra il fatto che anche quando una multinazionale decide di chiudere un sito, si possono trovare soluzioni concordate per continuare a lavorare e produrre senza rinunciare a diritto e salario”.

Sarà dunque garantita la continuità produttiva e occupazionale. Il progetto industriale di IMR-Industriale sud sarà avviato da giugno e accoglierà a bordo tutti i lavoratori di Caterpillar che decideranno di accettare di passare nella nuova realtà. Garantito anche il “diritto di precedenza” per” coloro che erano occupati con un contratto di lavoro in staff leasing”, spiegano i metalmeccanici della Cgil. L’accordo prevede il mantenimento del contratto collettivo nazionale dei metalmeccanici, l’anzianità maturata, l’articolo 18 in materia di licenziamento, il livello di inquadramento e degli scatti di anzianità maturati.

È previsto inoltre il riconoscimento di 7.500 euro a seguito della conciliazione individuale, il pagamento del Tfr maturato, non meno di 1.500 euro di premio di risultato e circa 100 euro al mese di “premio fisso” mensile, oltre al superminimo individuale per i lavoratori operai e dei superminimi individuali per i lavoratori impiegati nella misura del 50% con una soglia minima garantita pari a 150 euro al mese. Le stesse condizioni, spiega il sindacato, si applicheranno anche alle eventuali nuove assunzioni. E se IMR-Industriale sud non dovesse rispettare gli impegni presi con sindacati e ministero dello Sviluppo Economico, dove si è tenuto il tavolo? Nell’accordo sono state inserite penali se la società facesse marcia indietro nei primi 36 mesi di attività (quindi prima di giugno 2025). Tra le altre corse previste c’è, eventualmente, il riconoscimento nei confronti dei lavoratori da un minimo di 6 mensilità – in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo – fino ad un massimo di 30 mensilità per il mancato rispetto degli impegni assunti da IMR.

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