Vi ricordate sicuramente di aver studiato, al liceo, la descrizione di Dante nel canto XI del Paradiso delle nozze di Francesco di Assisi con Madonna Povertà. Un matrimonio felice, secondo Dante, ma anche una libera scelta di Francesco e dei suoi seguaci. Per la maggior parte di noi, tuttavia, la “povertà,” nel senso di mancanza dei beni essenziali, non è che sia proprio una scelta che vorremmo fare. Si può certamente ragionare in termini della necessità di una vita più sobria, ovvero senza gli eccessi della società dei consumi, ma mi sa che quello che ci sta arrivando addosso non è una questione di sobrietà. E’ proprio un matrimonio obbligato con la signora Povertà. Un matrimonio che potrebbe non essere per niente felice, anche se è così che molti ce l’hanno presentato.

La situazione è difficile: la crisi in cui ci troviamo non è molto pubblicizzata sui giornali ma ci siamo dentro fino al collo. Dopo la grande legnata del 2020, quando l’Italia ha perso quasi il 10% del prodotto interno lordo, stiamo faticosamente riguadagnando un po’ di terreno. Ma non siamo ancora tornati ai livelli “pre-Covid” e il bello deve ancora venire. L’aumento – in questo momento è praticamente il raddoppio – dei costi dell’energia riverbera su tutte le attività economiche. Non è una cosa temporanea che finirà quando finisce la guerra in Ucraina (sperando che finisca presto). E’ una tendenza strutturale che è cominciata prima della guerra e durerà ancora per molto tempo. E non te la cavi semplicemente abbassando il termostato del riscaldamento di casa, come il governo ci ha raccontato. Nemmeno per idea: un privato cittadino può anche decidere di starsene al freddo indossando due paia di calzini di lana, ma non può far funzionare dei macchinari industriali usando dei calzini di lana.

La produzione industriale richiede energia e molte attività che potevano dare dei profitti con un certo costo dell’energia non hanno più senso con i costi attuali, molto più alti. Se le industrie italiane non riescono più a produrre a costi competitivi sono costrette a chiudere. I dipendenti se ne vanno a casa senza stipendio e questo va ad impattare su altri settori: trasporti, turismo, commercio, eccetera. Questo succede anche per l’agricoltura, che ha enormi costi energetici per i fertilizzanti, trattori, pesticidi, refrigerazione, imballaggio, trasporti, eccetera. E non diciamo niente di ciò che potrebbe succedere se si arrivasse alla disgrazia dell’arresto delle forniture di gas dalla Russia. A quel punto non è nemmeno più una questione di costi: l’energia manca proprio. Potremmo arrivare ai blackout periodici, alle code davanti ai distributori di benzina, al razionamento dei beni di prima necessità, questo tipo di cose. Sarebbe una decrescita molto, molto rapida e per niente felice.

Senza voler dir male di Madonna Povertà, sicuramente persona di grandi virtù, forse per la maggior parte di noi come fidanzata andrebbe meglio Madonna Energia Rinnovabile. Una donna assai più “elettrizzante” e che ci risolverebbe tanti problemi se mettiamo su casa insieme a lei.

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