In Italia la logistica sta vivendo una fase di fortissima espansione: nel 2021 ha raggiunto 116,4 miliardi di euro di fatturato annuo, con 763.833 addetti. L’Emilia-Romagna da sola rappresenta il 9,8% del settore nazionale, ed è la terza regione in Italia per volume d’affari dopo la Lombardia e la Campania. Oltre che per la crescita, questo settore si caratterizza per squilibri ed iniquità rilevantissime, quali lavoro precario, insicuro e dequalificato, consumo di suolo e incremento del trasporto merci su gomma, criticità su cui è necessario intervenire per promuovere la sostenibilità ambientale e sociale del comparto. Servono regole contro lo sprawl logistico e il consumo di suolo agricolo, e l’impegno delle istituzioni pubbliche a premiare quelle realtà imprenditoriali che adottano un approccio etico e tutelano i diritti dei lavoratori.

Sono i temi al centro di un’interrogazione in cui – come capogruppo di Europa Verde – ho chiesto alla Giunta della Regione Emilia-Romagna di valutare come promuovere sul territorio regionale – in riferimento alla logistica di propria competenza e d’intesa con gli stakeholder del settore – l’adozione di uno strumento analogo alla Carta metropolitana per la Logistica Etica (sottoscritta il 27 gennaio 2022 da oltre venti soggetti tra sindacati, associazioni datoriali di categoria, Prefettura, Città metropolitana di Bologna ed enti pubblici), con l’obiettivo di rendere la sottoscrizione della Carta da parte delle imprese un criterio premiale e preferenziale per ottenere finanziamenti pubblici, aiuti alle imprese, aggiudicazione di appalti e agevolazioni nell’ambito di progetti di logistica di competenza regionale.

Da tempo Europa Verde chiede interventi regolatori e calmieratori del boom della logistica, sia per limitare il consumo di suolo dovuto alla moltiplicazione di poli e hub logistici, sia per evitare situazioni di sfruttamento del lavoro che, purtroppo, sono all’ordine del giorno. Come testimoniano le cronache dei giornali, la logistica è uno dei settori in cui le condizioni contrattuali e le garanzie di sicurezza sul lavoro risultano in molti casi alquanto carenti: una situazione inaccettabile per un Paese civile. Quei lavoratori, spesso stranieri, non possono essere abbandonati a se stessi. Le istituzioni devono fare la loro parte, con gli strumenti che hanno a disposizione.

Non meno preoccupante, anche se su un altro versante, è la questione del consumo di suolo: solo in Emilia-Romagna, ad esempio, sono in pista progetti di poli logistici per oltre un milione di metri quadri di superficie interessata. Il via libera alla loro realizzazione non può essere lasciato ai singoli comuni su cui ricade l’intervento: ci vuole una visione di insieme. Per questo Europa Verde ritiene necessaria una regia regionale che sovraintenda all’autorizzazione della realizzazione di nuovi poli e depositi logistici: bisogna mettere un freno allo sprawl logistico e concentrare le attività negli interporti collegati alle ferrovie per la movimentazione delle merci su treno e non su gomma. Il suolo agricolo non può essere trasformato in suolo edificabile tramite progetti di logistica che spesso hanno solo un carattere speculativo-finanziario, tanto più che l’indice medio di occupazione per metri quadri è di un lavoratore ogni 500 metri quadri, contro un lavoratore ogni 100 metri quadri nei comparti produttivi. Ovvero, si consuma molto più suolo in rapporto ai posti di lavoro creati.

Vanno inoltre promossi i percorsi di evoluzione della logistica verso il paradigma Green Warehousing e verso la reverse logistics, cioè l’insieme di pratiche e processi finalizzati a gestire i resi e il rientro dei prodotti dai punti vendita al produttore per eseguirne la riparazione, il riciclo o lo smaltimento al minor costo possibile. Coerentemente con il Patto per il Lavoro e il Clima della Regione Emilia-Romagna, per ridurre le emissioni inquinanti e climalteranti va incrementato il trasporto merci su ferro, va rafforzata la strategia contro il consumo di suolo e vanno contrastate iniziative imprenditoriali che violano i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, premiando, al contrario, chi rispetta ambiente e occupati.

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