“La battuta di Draghi sui condizionatori mi ha lasciato di sale. Di sale”. Così, a “Otto e mezzo” (La7), il filosofo Massimo Cacciari esordisce nella sua durissima critica sulla risposta del presidente del Consiglio Mario Draghi al giornalista del Fatto Quotidiano, Carlo Di Foggia, nel corso della conferenza stampa tenutasi dopo dopo l’approvazione del Def.

Cacciari premette: “Le sanzioni economiche sono sempre state uno strumento a cui si è fatto ricorso in politica internazionale per indebolire un avversario politico. Quindi, nulla contro le sanzioni, sono uno strumento necessario in un momento di guerra. Il problema è che le sanzioni colpiscono in modo diversissimo: o per niente, come nel caso degli Usa; o poco, come per la Francia; o molto, come per la Germania; o moltissimo, come nel caso dell’Italia. Anzi, l’Italia, come altri Paesi europei, forse è lo Stato che viene maggiormente sanzionato dalle sanzioni“.

Il filosofo aggiunge: “Ricordo che il nostro Pil aumenterà quest’anno del 3% invece del 5%, come si era preventivato. Sappiamo anche che questi processi incidono in modo completamente asimmetrico e difforme all’interno di un Paese. Che aumentino le bollette di 3 volte a me, come a pochi fortunati, può anche importarmene molto poco. Ma al 60-70% del popolo italiano importa moltissimo. E non certo perché tengono i condizionatori accesi 24 ore al giorno, ma perché non hanno i soldi per pagare le bollette. Allora – continua – questo governo, anziché chiedere agli italiani sacrifici per sostenere gli ucraini, mi spieghi concretamente come faranno le persone a pagare le bollette. Chi gliele paga? Attraverso quale sistema il governo italiano pagherà le bollette di queste persone e la benzina per andare a lavoro? Il governo spieghi questo. Non faccia battute ridicole. Chiede sacrifici, ma sappiamo molto bene che in questa situazione alcuni li fanno duramente, altri li fanno per modo di dire o addirittura per niente”.

Cacciari chiosa: “Il governo deve spiegare che questi sacrifici vanno spalmati come si deve. C’è gente che non può sacrificarsi, vivaddio. Ma che roba è? Bisogna anche che il governo spieghi la politica fiscale, perché poi tra l’altro questi miliardi che tirano fuori sono tutti debiti. E allora non possiamo mica continuare con la prassi ormai secolare di rovesciare montagne di debiti su figli e nipoti. É una vergogna. Il governo dica che politica fiscale vuole fare, se intende fare una patrimoniale, dica le cose come stanno. Il governo dice che non mette le mani nelle tasche degli italiani. Ma che discorso è, se invece aumentano le tariffe? Ma cosa dicono?”.

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