Televisione

Damilano, nuovo programma d’informazione su Rai3: sindacati sul piede di guerra. “Ancora ricorsi a giornalisti esterni, è spreco di denaro pubblico”

La conferma della striscia serale è stata data dalla stessa azienda con una nota. Immediata la reazione di Usigrai e dei Comitati di redazione del Tg1 e del Tg2. I giornalisti chiedono all'azienda di motivare le proprie scelte. Perplessità anche sull'orario considerato concorrenziale con il Tg2

di Giuseppe Candela
La notizia è stata annunciata dalla Rai con una nota stampa: “Da settembre Rai3 manderà in onda una striscia quotidiana di informazione che sarà curata e condotta da Marco Damilano, già direttore dell’Espresso e commentatore in numerosi programmi televisivi. La trasmissione comincerà alle 20.35 e durerà dieci minuti. Andrà in onda da uno innovativo studio nella sede Rai di viale Mazzini a Roma. L’Amministratore Delegato della Rai Carlo Fuortes e il Direttore dell’Approfondimento Mario Orfeo hanno espresso soddisfazione e rivolto a Damilano auguri di buon lavoro per la preparazione del programma”.
La striscia informativa, dunque, ci sarà e ora ha un conduttore. Uno spazio di pochi minuti che però da mesi tiene banco a Viale Mazzini, in primis per le voci di uno spostamento di “Un posto al sole”, poi per i no arrivati da Lucia Annunziata e Bianca Berlinguer. Anche per la durata della trasmissione che di fatto non farà concorrenza a “Otto e mezzo” e “Stasera Italia” ma solo da cuscinetto tra la comicità di Geppi Cucciari in “Che succ3de?” e la storica soap che racconta le vicende di Palazzo Palladini.
Usigrai, sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, non ha accolto con favore la notizia perché “ancora una volta l’azienda ricorre ad un giornalista esterno per l’informazione. L’arrivo di Marco Damilano è soltanto l’ultimo caso. In un momento in cui l’ad Carlo Fuortes chiede sacrifici agli interni, ci sembra paradossale che all’improvviso ci siano i soldi per pagare l’ex direttore de L’Espresso, che è un giornalista esterno, quindi con un aggravio di costi per l’azienda. Come si è giunti alla scelta di Damilano? Il direttore Mario Orfeo, prima di ricorrere a un esterno, ha valutato ì curricula degli interni?”, spiega in una nota il sindacato.
Dubbi anche sul fronte palinsesto: “Non si comprende inoltre la logica di sovrapposizione di palinsesto della striscia di informazione prevista alle 20:35 su Raitre, con il Tg2 che va in onda allo stesso orario. La nuova organizzazione per generi così parte male e invece di migliorare l’offerta apre la strada ad una concorrenza interna che non giova al prodotto di informazione della Rai. Freelance, giornalisti esterni, conduttori esterni, non è questa la strada del servizio pubblico”, concludono i sindacalisti.
Una reazione ufficiale è giunta anche dal comitato di redazione del Tg2 che esprime “stupore in merito alla notizia di una striscia informativa che andrà in onda su Rai3 a partire da settembre, con orario previsto alle 20.35, cioè a due minuti dall’inizio del nostro telegiornale. Stupore perché dall’azienda ci aspettiamo la difesa e la valorizzazione del nostro prodotto, che è risultato dello sforzo dell’intera redazione, non una ‘concorrenza interna’ che riteniamo fuori luogo e punitiva peraltro affidata ad un giornalista esterno alla Rai. Il Cdr del Tg2, dunque, chiede all’Ad Carlo Fuortes e al Direttore Mario Orfeo di ripensare l’orario di messa in onda della nuova striscia informativa, tenendo nella dovuta considerazione gli orari di trasmissione dei prodotti del Tg2 e il lavoro di tutto il personale che ne permette la realizzazione. A loro ricordiamo – conclude la nota – anche che una striscia informativa, premiata dagli ascolti, più o meno nella stessa fascia oraria c’è già ed è Tg2Post”.
E anche il Cdr del Tg1 chiede all’azienda “di conoscere i criteri che hanno portato alla scelta di Marco Damilano” per condurre la striscia informativa. Nella nota il sindacato di redazione chiede anche di “conoscere quali sono i costi che la nuova trasmissione comporterà”. “Mentre si chiedono sacrifici alle redazioni, si tagliano edizioni (come recentemente accaduto da ultimo alla Tgr), si limitano o peggio si impediscono gli interventi o le collaborazioni dei giornalisti Rai all’esterno dell’azienda, non si investe in formazione e in sicurezza, come ci insegna la vicenda dei pochi e male equipaggiati inviati in Ucraina – dicono ancora i giornalisti – all’inizio della guerra (e solo ora si sta rimediando). Al tempo stesso si decide di spendere risorse per una nuova trasmissione d’informazione, affidandola a una figura esterna, come se in Rai e nelle nostre testate non ci fossero già le professionalità e le capacità necessarie, dimostrate più volte”. Dal Tg1 quindi continuano: “Non abbiamo bisogno dell’ennesimo giornalista esterno che collabora con aziende e testate concorrenti”. Il Cdr punta il dito contro la decisione dei vertici aziendali e sottolinea che la scelta è ancora più grave, vista anche “la coincidenza di orario del nuovo programma con un’edizione di un nostro telegiornale nazionale. Si tratta di un’assurda e inaccettabile concorrenza interna. Per questo, come Cdr del Tg1 ci uniamo alla battaglia dell’Usigrai e dei colleghi del Tg2 nel denunciare l’incoerenza e la totale mancanza di visione di questa decisione aziendale”. Il sindacato della testata del primo canale ribadisce ancora che “è inaccettabile” tagliare l’informazione da una parte “in una presunta ottica di risparmio” e dall’altra “assumere esterni a caro prezzo”. “Uno schiaffo ai danni dei professionisti Rai e uno spreco, quello sì, di denaro pubblico“. Una decisione considerata anche come “l’ennesima umiliazione delle nostre preziose risorse interne”. “Ci aspettiamo invece una dirigenza capace di valorizzare e promuovere – conclude il Cdr – i colleghi che già compongono la grande famiglia Rai”.
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