Mascherina nera sul volto, cappello con visiera all’indietro, guanti e occhiali: quando incontri Mattia per la prima volta lo vedi impennare in sella alla sua moto. Sorride. “La mia vita è cambiata in un secondo. Ho imparato nuovamente a vestirmi, spogliarmi, andare a letto. Anche inseguire i propri sogni sembrava impossibile. Eppure oggi sono qui”. Mattia Cattapan ha 33 anni e viene da un borgo nel padovano. La sua vita è cambiata nel 2013 quando, mentre era in sella alla sua moto, ha subito un incidente in gara. Da allora ha perso l’uso delle gambe. Ma ha deciso di tornare a correre. “Dopo l’incidente ho provato tanti sport, dal basket in carrozzina fino ai kart, che sono sempre stati la mia passione”, ricorda Mattia al fatto.it. “Ho iniziato a girare l’Italia: un giorno mi sono trovato a Maggiora, in Piemonte, mondo dei motocross e dei kart cross. Lì ho deciso che era il momento di riprovarci”. Mattia trova un kart cross in vendita in Salento, recupera i pezzi disponibili in giro per l’Italia, lavora passo passo all’assemblaggio del nuovo mezzo. È nato così il primo kart cross accessibile in Italia per le persone paraplegiche. Mattia l’ha chiamato “E-Motion Drive”, il motore è elettrico e raggiunte i 130km/h.

Fin dai primi test c’è feeling con il mezzo: Cattepan batte ripetutamente i tempi sul giro. “Volevo tornare a fare un campionato. All’inizio, per motivi di sicurezza, non c’erano assicurazioni né federazioni che accettassero una persona con disabilità che corresse in pista”, racconta. La caparbietà di Mattia ha avuto la meglio. Nel 2019 Mattia è stato il primo atleta con disabilità in Italia a gareggiare contro atleti normodotati nella categoria kart cross. Nel 2020 quel campionato l’ha vinto. Il giovane pilota ha deciso di tornare non solo per se stesso, dice, ma per tutte le persone che sono nella sua situazione. L’associazione che ha ideato e fondato si chiama CROSSabili, un progetto no profit che offre alle persone con disabilità una serie di attività finalizzate all’inclusione, alla condivisione, al divertimento, all’autonomia e allo sport. “Quest’anno le attività, gli incontri e gli eventi organizzati e svolti da CROSSabili, nonostante il Covid-19, sono stati 58. Cinque al mese, uno alla settimana”, sorride. Sono stati coinvolti attivamente “5mila persone con disabilità, 3mila bambini e migliaia di spettatori curiosi”. Riuscire a essere competitivo in un campionato di persone normodotate è stata “un’emozione forte: Ho iniziato a credere nuovamente in me stesso. All’inizio parevano tutte vette irraggiungibili. Poi sono stato chiamato da tantissime realtà per raccontare la mia testimonianza. L’ho fatto anche nelle scuole”, aggiunge.

Grazie all’associazione Mattia ha iniziato a pensare alla realizzazione di nuovi dispositivi per le persone con disabilità, come la macchina biposto dove “potevo gareggiare con un’altra persona con disabilità al mio fianco”. Tra gli obiettivi del 2022 c’è anche quello di segnare un nuovo primato ed entrare nel Guinness World Record. “Voglio raggiungere i 150 km/h in sella sul mio kart cross. Sarebbe importante non solo per me, ma per tutte le persone che mi seguono e che fanno parte del movimento. Vorrei dimostrare che si può volare alto”.

Subito dopo l’incidente la difficoltà più grande è stata trovare le motivazioni per andare avanti. “Mi sono sentito abbandonato dallo Stato. Abbiamo dovuto rendere accessibile la casa, le assicurazioni non hanno coperto i costi. Ci sono parecchie difficoltà nella vita quotidiana di una persona con disabilità”, racconta. Anche i costi che girano intorno al mondo della disabilità per Mattia sono “eccessivi”. Una carrozzina “arriva fino a 8mila euro: ne ho cambiate 3 in 6 anni”. Se lamentarsi non è la soluzione, nel suo piccolo il 33enne padovano sta ideando una serie di accessori per le persone con disabilità: dal portaombrelli per potersi spingere sotto la pioggia in carrozzina a una linea di vestiti. “L’obiettivo è quello di creare più servizi. Spesso ci sentiamo soli. Lo Stato dovrebbe cambiare punto di vista. Ho capito che la mia strada non è solo essere un atleta, ma mettermi a disposizione degli altri” conclude Mattia. L’obiettivo, ora, è trovare le aziende che vogliano produrre il suo prototipo. “Ne bastano 15. Vorrei donarle ai piloti con disabilità. E poi dare il via a un vero e proprio campionato”. Come suggerisce il suo motto: l’energia è la benzina, il cuore il motore.

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