Danny McCubbin è australiano e per 23 anni ha vissuto a Londra. Da circa due, però, ha trasferirsi in Sicilia, a Mussomeli, in provincia di Caltanissetta. Qui ha fondato la cucina sociale The Good Kitchen. “Prima che esplodesse la pandemia facevo ricerche sul web: volevo trovare un modo per trasferirmi al sud Italia, proprio in Sicilia”, racconta in inglese il 57enne. “Ho sempre amato questa terra, mi trasmette pace, mi piace la storia che si respira, e il senso di genuinità che trovo qui è difficile da trovare in altre parti del mondo”. Cercando su internet, legge dell’opportunità di acquistare casa a un euro: una soluzione adottata da diversi comuni dell’entroterra siciliano per rilanciare i propri territori sempre più abbandonati. Acquista la casa e si trasferisce nella città ai piedi di Castello Manfredi.

Per chi acquista un immobile a un euro sono previsti obblighi specifici tra cui quello di sostenere tutte le spese per la redazione dell’atto di cessione (notarili, registrazione, voltura, accatastamenti). Danny li assolve a tutti, ristruttura la casa e presenta anche un progetto per aprire una cucina sociale. Nella vita fa il blogger e si occupa di gestire i social di aziende americane: lavoro che continua a svolgere da Mussomeli. Però, il mercoledì e la domenica a pranzo alza la saracinesca della sua cucina e – grazie all’aiuto dei ragazzi del paese e alla generosità degli abitanti, che dalle campagne limitrofe gli fanno arrivare tantissimi prodotti – Danny cucina per chi è in isolamento da covid o per gli indigenti del paese. I ragazzi del posto lo aiutano: sono tutti pronti a dare una mano. Quando gli chiediamo come mai sono lì rispondono “Perché qui non c’è niente da fare, – risponde Salvatore – ci piace renderci utili. Questo posto è diventato un ritrovo per tutti noi. Noi impariamo l’inglese e Danny sta imparando l’italiano”.

Anche il sindaco di Mussomeli Giuseppe Catania è entusiasta dell’iniziativa: “Ormai Danny qui conosce tutti – racconta il primo cittadino – è un mussomelese, il suo progetto praticamente a poco a poco ha coinvolto tutti, dalle donne che spesso vengono a dare una mano in cucina, agli agricoltori che portano i loro prodotti in beneficenza, e soprattutto ha dato un luogo di aggregazione ai giovani, che rendendosi utili si incontrano qui. C’è chi da grande vuole fare il cuoco e qui si sperimenta tra i fornelli, c’è chi dà una mano a tenere pulito e c’è chi accompagna Danny a fare le consegne dei pasti. Qui non c’è tantissima gente che ha problemi economici, però è rincuorante sapere che c’è qualcuno che si prende cura della comunità e che rinsalda relazioni”.

Davanti alla cucina sociale c’è un cartello con un numero di telefono da chiamare per chi è in difficoltà o in isolamento da covid. Laura, addetta alla segreteria, prende tutte le ordinazioni – segnando nome della famiglia e numero dei pasti da preparare – e poi passa le ordinazioni alla cucina. C’è chi va di persona a prendere i pasti – alle 12.30 puntuali – e chi aspetta che l’arrivo di Danny. Lo riconoscono dalla la sua auto bianca: casa per casa, regala un sorriso e scambia due parole con il suo italiano insicuro.

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