Caro Zelensky, non ci conosciamo personalmente. Sono uno dei circa sessanta milioni di cittadini italiani e di te non so molto. So che sei stato eletto presidente dell’Ucraina da una buona maggioranza del tuo popolo e che molti di coloro che ti hanno eletto confidavano in una soluzione pacifica dei problemi colla Russia, basata sulla neutralità ucraina e gli accordi di Minsk. Ma una soluzione del genere – a mio avviso – non è stata raggiunta anche per tua responsabilità, e il tuo omologo russo Vladimir Putin ha deciso di invadere il tuo paese, quasi un mese fa. Una scelta sciagurata e senza dubbio da condannare.

Eppure c’è chi dice, caro Zelensky, che dopo la tua elezione tu sia stato manipolato dal governo statunitense, dalla Nato e dai nazisti ucraini per impedire una soluzione pacifica basata sui due punti menzionati. Non credo che sia vero, ma indubbiamente la storia del tuo paese presenta dei punti complessi e che vanno approfonditi. Quando i nazisti occuparono l’Ucraina ci fu chi si schierò al loro fianco, capeggiati da personaggi che, come un certo Bandera, sono diventati oggi eroi nazionali in Ucraina. Quindi, come vedi, il paragone che la nostra stampa fa tra resistenza ucraina e resistenza antinazista costituisce un espediente propagandistico di basso profilo, perché un paese che ritiene un personaggio come Bandera un eroe nazionale non ha diritto di richiamarsi alla resistenza antinazista, così come è completamente sbagliato il paragone tra invasione russa e Shoah, che ti è valso meritati rimbrotti da parte del governo israeliano.

La situazione è complessa, caro Zelensky. Non amo gli invasori e sono convinto che sia diritto di ogni popolo prendere le armi contro di essi. Dopo il 1943 la parte migliore del popolo italiano prese le armi contro gli occupanti tedeschi. Io non ero ancora nato, ma mio padre, che aveva 19 anni, partecipò alla guerra e poi alla Resistenza, scrivendo in seguito un libro che ti consiglio di leggere. E con lui decine di migliaia di giovani italiani.

Ma non amo neanche le manipolazioni dell’imperialismo e conosco un po’ la storia. Mi pare di capire che il tuo paese sia diventato il campo di battaglia tra l’imperialismo statunitense in declino e le velleità di Putin, il quale, a torto o ragione, sente che la Russia è minacciata dall’espansione della Nato verso oriente e invoca i diritti della popolazione russofona del Donbass, che a sua volta si sarà sentita minacciata dal presunto golpe del febbraio 2014 contro Yanukovich, dalla messa fuorilegge dei partiti comunisti – seguita in questi giorni dalla limitazione dei partiti di opposizione – e da altri sviluppi, per la cui concretizzazione l’amministrazione di Washington ha investito milioni di dollari.

La questione è complessa, caro Zelensky, e va approfondita. Ma, con tutta la necessaria umiltà, mi sento di dover esprimere con forza un dissenso nei tuoi confronti, soprattutto quando evochi la terza guerra mondiale a sostegno delle tue ragioni. Chi ti dà il diritto di minacciare la terza guerra mondiale, caro Zelensky? I popoli di questo mondo, credimi, non vogliono la guerra e sono stanchi degli imperialismi di qualsiasi genere.

Non mi resta quindi che esortare te, Putin, Biden e chiunque abbia voce in capitolo a raggiungere una soluzione pacifica, un immediato cessate il fuoco basato sul rispetto della sovranità del tuo paese e al tempo stesso dei diritti dei popoli che lo abitano, compresi i cosiddetti russofoni del Donbass, della Crimea e del resto dell’Ucraina, di vivere in pace.

I governi europei, compreso il mio, vaneggiano, delegando come sempre agli Stati Uniti il diritto di decidere il destino dei loro popoli. Finché gli conveniva hanno armato Putin, ora armano l’Ucraina. Finché c’è guerra c’è speranza per i mercanti d’arme.

Noi cittadini dell’Italia e dell’Europa non vogliamo la guerra. E quindi faremo di tutto affinché venga raggiunta una giusta pace, basata sui due punti che ho menzionato. I ridicoli paragoni che oggi pennivendoli ignoranti e prezzolati propongono colla resistenza antinazista preparano il terreno a una guerra illimitata della quale come sempre pagherebbero il prezzo i popoli, in particolare quelli dell’Europa, dall’Atlantico agli Urali. Non possiamo accettare questa oscena manipolazione della memoria storica dei nostri popoli, che è sacra. Prendiamone atto e lavoriamo per la pace.

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